COMUNICATO STAMPA
“Oltre il danno la beffa: fondi per la depurazione mai usati e ora la Liguria rischia la multa da Bruxelles”
L’assessore, ormai uscente, all’Ambiente Briano lascia la Liguria per Strasburgo con la grande responsabilità di non avere utilizzato i 33,5 milioni di euro di Fondi Par-Fsc 2007-2013 che la Regione aveva a disposizione per investire sui grandi schemi fognari e impianti di depurazione. Ora sulla nostra Regione pende la spada di Damocle di una procedura di infrazione già avviata dall’Unione Europea sul trattamento delle acque reflue urbane in nove agglomerati urbani liguri
Dall’ultima indagine di Goletta Verde di Legambiente è emerso, anche quest’anno, lo sforamento dei valori di qualità dell’acqua quali la presenza di fecalomi, ben oltre i limiti consentiti dalla normativa. Non è la prima volta: ogni anno le criticità si ripropongono, segno evidente che la Regione su questo versante non è riuscita a raggiungere gli obiettivi che l’Europa fissa. Ricordo che il 40% dei prelievi effettuati dai biologi di Goletta Verde non sono incoraggianti e sui 23 campionamenti effettuatati lungo i 345 chilometri di costa ligure 8 analisi hanno fornito un giudizio “fortemente inquinato” e 2 di “inquinato”. Si tratta di acque inquinate da scarichi fognari non depurati adeguatamente, anche dell’entroterra, che confluiscono nei corsi d’acqua e sfociano a mare.
Secondo il quadro fornito da Legambiente è preoccupante la carica batterica rilevata per esempio a Genova alla foce dello Sturla, ma anche in determinati tratti di costa in prossimità di alcune “perle” del Tigullio, come Rapallo e Chiavari. Molto negativi anche alcuni rilevamenti effettuati nel Ponente ligure, tra Savona e Imperia. A Levante i valori sballati pare non risparmino Lerici.
Le rassicurazioni di Arpal, che sdrammatizza la fotografia scattata da Legambiente, non bastano a mettere la Liguria al riparo da eventuali sanzioni che l’Europa potrebbe addebitare, visto che è evidente la mancanza di adeguati impianti di depurazione su tutta la costa. Se si confrontano i giudizi emersi dal campionamento effettuato lo scorso agosto sempre da Goletta Verde è infatti chiaro come i siti inquinati siano sempre gli stessi, dimostrazione lampante che non si sia fatto alcun intervento migliorativo nelle zone più critiche.
Eppure i fondi a disposizione della Regione per migliorare la qualità delle acque del mar Ligure c’erano e ci sono tuttora: peccato che giacciano pressoché inutilizzati. La Liguria prevedeva di spendere 33,5 milioni di euro di fondi FAS del periodo 2007-2013 per la “Tutela e valorizzazione risorse ambientali e culturali- grandi schemi fognari e/o impianti di depurazione”. Dopo oltre 6 anni la giunta regionale ha saputo impiegarne solo per l’1% scarso, per la precisione 240.265,96 euro, rendicontati al 31 dicembre 2013. Decisamente molto poco. Gli ultimi risultati delle analisi delle acque sono la drammatica conferma di un fallimento: la Regione doveva svolgere meglio il ruolo di regia, componendo e superando le resistenze degli enti locali. I fondi c’erano e ne perderemo la gran parte.
A questo punto non si può più perdere tempo: occorre affrontare con urgenza la cronica carenza di adeguata depurazione in molti tratti della nostra costa, ottimizzando la spesa di quelle risorse – decine di milioni di fondi FAS – che avremo a disposizione ancora per poco. La Liguria – che vuole e deve puntare sul rilancio del turismo – si trova in una situazione surreale: se la Regione non sarà capace di utilizzare i fondi che ha a disposizione per reti fognarie e depuratori, oltre al danno dei tratti di mare inquinato rischierà la beffa di una multa salata per le proprie inadempienze.
Genova, 28 giugno 2014