Sampierdarena, è l’ultimo giorno per pagare la rata dell’IMU 2014. Per molti la conferma o l’amara scoperta di abitare una casa costosa ma solo per il fisco, non certo per i valori di mercato. Ho incontrato molti cittadini in Via Rolando e al mercato, reduci da un salasso. “A ottant’anni devo fare sacrifici per mantenere la mia casa, sono figlia di un portuale e mai avrei pensato di ridurmi così” mi dice una signora. A chi lo ignorava, ho raccontato che questo dipende anche da una classificazione immobiliare degli anni ’30, quando Sampierdarena si affacciava sulla spiaggia di sabbia. Ora, davanti a moli e container, circondati da edifici commerciali e produttivi, già obsoleti nel giro di un’altra generazione, per il Comune di Genova molte di quelle case valgono sempre come fosse villeggiatura. Racconto la mia battaglia per avanzare a Roma la richiesta di revisione, inascoltato dalla Giunta Burlando, e un signore mi risponde: “Io sono sempre stato di sinistra, ma la sinistra ci ha tradito”.
Un altra nota dolente, i piccolissimi proprietari di un secondo immobile, trattati come paperoni: “Con quest’IMU sulle seconde case e non potendo chiedere più di 350 euro di affitto, ho un piccolo appartamento che diventa un danno: comprato con anni di risparmi, ora non si riesce neanche a venderlo, l’inquilino non se lo può permettere, andrebbe praticamente regalato!”. Non si tratta solo di accusare un’amministrazione disastrosa e distratta rispetto alle urgenze dei genovesi, perché – me ne sono ben reso conto nella “rossa” Sampierdarena – i cittadini già lo fanno in proprio, ma anche di mostrare che l’attenzione c’è e che una possibilità di scegliere diversamente i propri rappresentanti ci sarà.