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Buone notizie su Ingegneria Navale, il nostro impegno porta frutti

By pellerano_14   /     Mag 29, 2013  /     Genova, Lavoro e formazione  /     0 Comment

Dal Rettore Deferrari oggi arrivano parole rassicuranti  sul futuro del corso. Sono contento perciò di aver sollevato la questione e del fatto che insieme ad una ventina di giovani politici genovesi di schieramenti diversi ci siamo ritrovati a difendere un’eccellenza cittadina. E’ una buona palestra per lavorare nell’interesse di tutti lasciando le divisioni in secondo piano.

Qui di seguito l’appello dei venti politici genovesi e sotto gli articoli che ne parlano.

INGEGNERIA NAVALE DEVE RIMANERE A GENOVA

Da alcune settimane sui giornali e sui siti di informazione liguri si parla insistentemente di un’ipotesi di trasferimento fuori Genova del Corso Magistrale di Ingegneria Navale.Come giovani genovesi impegnati in politica abbiamo deciso di attivarci insieme per scongiurare questo progetto che è del tutto errato e controproducente. Parliamo con una sola voce perche’ questo tema travalica le logiche di appartenenza e dobbiamo impegnarci tutti per il bene e per lo sviluppo della nostra città.La storia e il futuro di Genova sono legati indissolubilmente al mare ed alle navi: tra impiegati diretti ed indotto , intorno al principale porto italiano , lavorano molte decine di migliaia di persone. Non fu un caso se la Regia Scuola Superiore Navale – da cui tutta la facoltà di Ingegneria dell’Università ha tratto origine – nacque a Genova nel 1870. Sradicarla oggi dalla sua sede storica e naturale significherebbe disperdere un patrimonio culturale e professionale di eccellenze che da piu di 140 anni ha un solido rapporto con un territorio.Che senso avrebbe poi separare il Corso magistrale ( ultimi due anni) di Ingegneria Navale dal suo corso triennale ( primi tre anni) e dagli altri corsi di ingegneria? Il concetto di “politecnico” nasce infatti dalla necessità di garantire più specializzazioni, ma sempre nell’ottica di una formazione ad ampio spettro e del continuo confronto con le discipline affini. Non è possibile separare il corso magistrale dal triennale,Ingegneria Navale da Ingegneria Meccanica o da Ingegneria Civile ed è altrettanto insensato separarla da Fisica e Matematica!La frammentazione di un polo scientifico porta sempre ad un impoverimento e ad un indebolimento delle competenze, della qualità e della capacità di formare. E’ questo che vogliamo per l’Ateneo Genovese?Dal 1870 ad oggi, intorno al dipartimento di Ingegneria Navale, è nato e cresciuto un patrimonio, di professionalità, di competenze, di imprese, di centri di ricerca, di esperienza sul campo, unico in Italia . RINA, FINCANTIERI, CETENA, NAVALIMPIANTI, solo per citare alcune delle realtà più note, ma esiste anche una fitta rete di società di ingegneria, studi professionali, società di classifica straniere, cantieri, compagnie di navigazione.

Il corso di Ingegneria Navale è stato ed è un tassello fondamentale di questo mosaico. Trasferire Ingegneria Navale significherebbe commettere l’errore strategico di indebolire un sistema già presente, funzionante ed impossibile da replicare altrove in Italia. Perché? A vantaggio di chi?

Fincantieri ha recentemente offerto all’Università di Genova di ospitare i laboratori di Ingegneria Navale presso il suo stabilimento genovese : riteniamo si tratti di una grandissima opportunità per l’Università, per Fincantieri, per Genova e per l’Italia.
Realizzare a Sestri una forte sinergia fra Fincantieri, il CETENA e tutta la Scuola Politecnica (non solo ingegneria navale) significherebbe anche garantire interessanti prospettive di sviluppo per il futuro della città , del cantiere e dei giovani .

Auspichiamo pertanto che la citta tutta , nelle sue diverse componenti e a tutti i livelli, dia seguito alle iniziative già prese in Regione, Comune e Municipi e si mobiliti per fare in modo che il Corso di Ingegneria Navale rimanga a Genova.

Se anche Tu pensi che Genova debba far sentire la sua voce contro il trasferimento di Ingegneria Navale puoi sottoscrivere questo documento scrivendo una mail a

genovaxnavale@gmail.com

IL DOCUMENTO E’ STATO SOTTOSCRITTO DA

Consiglieri Regionali
Lorenzo Pellerano (Lista Biasotti)
Edoardo Rixi (Lega Nord)
Consiglieri Comunali
Alberto Pandolfo (Pd)
Marianna Pederzolli (Lista Doria)
Presidente di Municipio
Nerio Farinelli,  Presidente Municipio IX (Lista Doria)
Assessore di Municipio
Paola Maccagno, Assessore Municipio IX (Pd)
Consiglieri Municipali
Municipio I Centro Est
Tomaso Giaretti (Pdl)
Giulio Gennaro (Lista Musso)
Andrea Grasso (Lista Musso)
Municipio IV Media Val Bisagno
Mattia Marchesi (Pd)
Municipio VIII Medio Levante
Stefano Costa (Lista Musso)
Andrea Crocilla (Pd)
Edoardo Marangoni (Udc)
Municipio IX Levante
Luisa Cozzio (Pd)
Fabrizio Ortona (Gente Comune)
Federico Bogliolo (Udc)
Walter Vassallo (Lista Musso)
Maurizio Moretti (Lista Musso)
Alessandro Costanzo (Pd)
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Archivio di Stato, non svalutiamo la storia di Genova!

By pellerano_14   /     Mag 25, 2013  /     Genova, Sport e Cultura  /     0 Comment

Ho voluto portare all’opinione pubblica, nel dibattito politico e in Consiglio Regionale con un ordine del giorno (approvato all’unanimità) la preoccupazione per un’ipotesi ministeriale di riclassificazione degli Archivi di Stato.  Infatti, secondo questa bozza, l’Archivio di Genova sarebbe stato “declassato” nonostante il suo eccezionale patrimonio, come riconosciuto unanimemente a livello accademico. Oggi leggiamo che il mio allarme è servito, perché sul Secolo XIX un “direttore generale per gli Archivi del Mibac smentisce qualsiasi ipotesi al riguardo”.  Bene, meglio prevenire che curare!

Come riferisce il Secolo XIX, promossa da accademici di tutta Europa, è online una petizione per tutelare il ricchissimo patrimonio dell’Archivio di Stato di Genova. 

QUI il testo della petizione e QUI la pagina per aderire.

Qui sotto la pagina del Secolo XIX che riassume la situazione, con le parole del dirigente ministeriale e con l’intervista ad uno dei docenti che hanno promosso l’appello. Di seguito una rassegna sui miei interventi a riguardo.

Il mio punto di vista su Primocanale


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Dai quotidiani genovesi la cronaca sul mio ordine del giorno

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Ingegneria Navale: ho aperto il dibattito, ora buon senso oltre i campanilismi

By pellerano_14   /     Mag 03, 2013  /     Genova, Lavoro e formazione  /     0 Comment

Non nascondo la mia soddisfazione, perché il dibattito apertosi sul trasferimento di Ingegneria Navale da Genova, sede della Facoltà da oltre 150 anni, nasce  dalla mia interrogazione in Regione e dalla mia decisione di rendere noto alla stampa il memorandum già predisposto tra gli Enti coinvolti.  Il mio obiettivo, raggiunto, era proprio quello di una discussione aperta ai punti di vista di ogni soggetto interessato, come in fondo sarebbe normale.  E’ così che si sono susseguiti gli interventi delle istituzioni spezzine ma anche dei sindacati e di Confindustria e ultimo ma decisamente gradito, l’intervento del Sindaco Doria che ha espresso un “no” convinto al trasferimento. Non solo: anche l’Università sembra non accettare più ciò che le avrebbero servito su di un piatto d’argento. Trasferire Ingegneria Navale alla Spezia significherebbe indebolire la Facoltà ma anche spezzare un legame costruito lungo decenni tra l’economia del primo porto del Mediterraneo e la formazione in un segmento strategico.

Seguiamo poi attentamente la proposta di Fincantieri che sta valutando investimenti importanti in ricerca e si offre di ospitare i laboratori di Ingegneria Navale nella sua sede di Sestri Ponente. E’ una grande opportunità, utile a chiudere la partita sull’ insediamento di Ingegneria agli Erzelli.  Sono convinto che anche la Regione – finora silente sul tema – possa fare molto per la permanenza a Genova del corso di Navale. Sottolineo ancora che se non avessi divulgato i contenuti del memorandum, si sarebbe consumata l’ennesima operazione all’insaputa dei liguri, nelle stanze chiuse della politica,  per sfociare poi magari in anni di sterili discussioni, con ritardi costosissimi sul piano dello sviluppo della nostra regione. Lo dico perché è già successo: Gronda, Erzelli, Ospedale del Ponente…

Confido che il dibattito imprevisto  faccia comprendere ad una certa parte della politica che si deve coinvolgere tutta la rappresentanza su scelte che riguardano il futuro della nostra regione. Si può lavorare insieme per obiettivi comuni e di buon senso, cooperando oltre i campanilismi.

Anche dal sindacato una posizione decisa

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Genova non può perdere Ingegneria Navale

By pellerano_14   /     Apr 19, 2013  /     Genova, Lavoro e formazione  /     0 Comment

Una cartolina raffigurante lo storico transatlantico Michelangelo, interamente progettato e costruito a Genova.

Il dibattito sui giornali dopo il mio allarme sul trasferimento da Genova della facoltà di Ingegneria Navale.

Le mie considerazioni sulla vicenda e sul memorandum che deve essere sottoposto a discussione.

Il trasferimento del corso di Ingegneria Navale alla Spezia qualche giorno fa sembrava solo l’auspicio di qualche autorità locale spezzina ma ora appare una possibilità fondata. Infatti secondo un documento che ho acquisito in questi giorni è evidente come il progetto di trasferire il corso di laurea sia già in fase avanzata. Il documento, che nelle prossime settimane sarà sottoposto all’attenzione del Cda dell’Ateneo genovese, mette nero su bianco tutte le modalità dell’operazione di spostamento.

Il memorandum, che a breve potrebbe ottenere la firma di tutti i potenziali sottoscrittori, sigla l’intesa tra Ministero della Difesa, Ministero dell’Istruzione, Regione Liguria, Comune della Spezia, Distretto delle tecnologie marine e Fondazione Promostudi della Spezia per la costituzione del Polo Universitario Marittimo della Spezia. Secondo quanto leggo, l’operazione, a livello economico, sarebbe resa possibile da un trasferimento alla società Promostudi della Spezia di 4,5 milioni di euro di Fondi Fas, inizialmente destinati al mantenimento dei poli universitari decentrati.
Siamo davanti a un tragico errore strategico: davvero la giunta Burlando intende avallare l’ipotesi che il principale porto italiano sia privato del corso di Ingegneria Navale? Occorre fermarsi e valutare, insieme a tutte le parti interessate a livello regionale, le conseguenze, soprattutto negative, che un’operazione di tale portata avrà sicuramente sul nostro territorio.
Vorrei ricordare che il corso di Ingegneria Navale è l’erede di quella Regia Scuola Superiore Navale che nel 1870 fu fondata nel capoluogo ligure non a caso ma per l’importanza che lo scalo ricopriva allora e ricopre ancora oggi. A Genova operano innumerevoli attività connesse all’ingegneria navale: società di navigazione, registri navali, studi professionali, cantieri, assicurazioni e centri di ricerca navale. L’appeal di Ingegneria Navale rischierebbe di indebolirsi se fosse allontanata da Genova e dal suo porto, attorno al quale vive un’economia che, nonostante la crisi, dà oggi lavoro a circa 30mila persone ed è il principale riferimento dell’Italia dello shipping nel mondo. Genova, non dimentichiamolo, è anche la città baricentrica sia per tutto il bacino degli studenti liguri sia per quelli, e sono tanti, provenienti dal Basso Piemonte: pensiamo che oggi a frequentare la Facoltà sono per il 50% ragazzi “fuori sede. Questa vicenda fa poi emergere un grave dato politico: la mancanza di confronto su di una decisione strategica fondamentale. L’accordo per il trasferimento di Ingegneria Navale deve essere sottoscritto anche da un rappresentante della Regione, ma fino ad oggi il tema non è mai stato affrontato in Consiglio Regionale. Ritengo quindi doveroso che – per rimediare alla mancanza di condivisione fino a ora dimostrata dalla giunta Burlando – sia aperta una discussione in merito nelle commissioni competenti coinvolgendo tutte le parti interessate.
Auspico infine che la giunta si attivi al più presto per supportare la proposta di Fincantieri che ha manifestato la disponibilità a ospitare nel cantiere di Sestri Ponente i laboratori di Ingegneria navale. Nel frattempo Genova deve costruire intorno a questa proposta un disegno per il rilancio di un corso di studi strategico per la città, supportando l’offerta didattica del corso e mettendo a sistema le immense competenze, professionalità e risorse presenti in questo settore nel capoluogo ligure. Perdere Ingegneria Navale significherebbe perdere un pezzo importante del nostro futuro.
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Le foto di Via Ventotene prima del crollo

By pellerano_14   /     Apr 05, 2013  /     Ambiente e territorio, Genova, Sanità e Sociale  /     0 Comment

Come testimoniano questi articoli , negli ultimi tempi mi sono occupato più volte dei problemi del Lagaccio, un quartiere troppo trascurato. Dalla scongiurata chiusura dei servizi socio-sanitari, alla riqualificazione della Caserma Gavoglio, sempre promessa e mai realizzata, con il rischio che lo stato di abbandono si traduca in un pericolo per i residenti.

E probabilmente se non fosse stato perso tanto tempo sulla riqualificazione dell’ex caserma Gavoglio, la frana di via Ventotene si sarebbe potuta evitare e oggi non avremmo 60 famiglie sfollate. Per anni si è parlato del Lagaccio solo quale possibile sede – la più sbagliata – della moschea. Ora si deve dare priorità alla messa in sicurezza di un quartiere che negli anni ha subito una cementificazione a dir poco selvaggia e una scarsa attenzione ai servizi per i  residenti.  Come ho detto qualche settimana fa in un’interrogazione presentata in consiglio regionale, la “valorizzazione” della caserma Gavoglio, da tre anni stoppata tra le maglie della burocrazia e le sabbie mobili della politica genovese, sarebbe stata un buon punto di partenza per riqualificare un’area di 70mila metri quadri, completamente abbandonata da quasi trent’anni. Come ha segnalato il comitato a difesa del quartiere “Voglio la Gavoglio”, già nell’ottobre 2010 si era verificato uno smottamento sul versante opposto a quello interessato dalla frana di via Ventotene, proprio sotto la carreggiata che costeggia l’area dell’ex caserma. Probabilmente se – dopo quel crollo – fossero stati fatti sopralluoghi e verifiche tecniche, l’ultima frana sarebbe stata evitata.  Sono soddisfatto che anche il sindaco Doria si sia mobilitato a favore delle famiglie sfollate di via Ventotene, rassicurandole sul rientro in tempi brevi nelle proprie abitazioni, tuttavia, non posso fare a meno di ricordare che, per un’analoga circostanza, da quasi un anno e mezzo, sei famiglie nel quartiere di Borgoratti, in via Bocciardo 1, sono fuori casa, ospitate da amici e partenti o in affitto. Mi auguro che una soluzione positiva sia trovata dalle istituzioni nel più breve tempo possibile per tutte le famiglie evacuate. Infine auspico che comincino al più presto serie verifiche sul territorio per prevenire frane e smottamenti, a partire dai quartieri a più alta criticità, compreso l’intero perimetro della Gavoglio».

Proprio durante un sopralluogo alla Gavoglio ho scattato dall’alto questa foto dell’area, che sul lato sinistro a media altezza, inquadra anche il muraglione di Via Ventotene.

Dopo il crollo, sono ritornato a vedere la foto per verificare se avessi inquadrato anche il punto del disastro e mi sono accorto che proprio in corrispondenza della frana, dove il muro di contenimento fa angolo, c’era una crepa vistosa.

Queste immagini sono uscite oggi su alcuni quotidiani

su Il Secolo XIX

su Il Giornale

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