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Comune inadempiente, famiglie senza casa!

By pellerano_14   /     Dic 09, 2012  /     Ambiente e territorio, Genova, Sanità e Sociale  /     0 Comment

“È passato più di un anno e le sei famiglie evacuate dalla palazzina di via Bocciardo 1 sono ancora fuori di casa senza neppure sapere quando potranno farvi rientro”. La denuncia è di Lorenzo Pellerano, consigliere regionale della Lista Biasotti, che ha depositato un’interrogazione in Regione in merito all’evacuazione, avvenuta il 4 dicembre 2011, degli inquilini del palazzo di via Bocciardo 1 nel quartiere di Borgoratti a Genova.

“Queste famiglie – spiega Pellerano – aspettano ormai da un anno risposte sui tempi della messa in sicurezza e sulle modalità di rientro a casa, ma la situazione rimane bloccata nonostante gli uffici competenti del Comune di Genova abbiano scritto nero su bianco che sono necessari lavori di consolidamento nel cantiere, e la situazione di pericolo sia stata confermata dal Tribunale di Genova. Nel frattempo, oltre al disagio derivante da una prolungata assenza da casa, queste famiglie si sono dovute sobbarcare tutti gli oneri del trasferimento temporaneo in un altro appartamento. Infatti chi di loro non ha l’opportunità di farsi ospitare da amici e parenti si è trovato costretto a cercare una sistemazione in affitto, dovendo così fronteggiare spese ulteriori”.

L’odissea delle famiglie di via Bocciardo 1 è iniziata il 4 dicembre 2011 quando si è verificato uno smottamento nell’area sottostante l’edificio dove abitano. “Proprio sotto l’edificio in questione – spiega Pellerano – dal 2009 era aperto un cantiere per la realizzazione di un’autorimessa interrata. Dopo le forti piogge dell’autunno 2011 che tutti ricordiamo, nell’area si è verificato un cedimento strutturale nelle palificazioni di sostegno in cemento armato sottostanti il palazzo di via Bocciardo. La caduta di un pilastro di sostegno ha causato un improvviso e grave danno strutturale al palazzo che, dopo l’intervento dei vigili del fuoco, è stato immediatamente evacuato. Dopo numerosi esposti fatti dagli abitanti da cui sono scaturiti alcuni sopralluoghi da parte delle autorità competenti, è stata riscontrata la difformità dei lavori in corso rispetto alle autorizzazioni. Pertanto il Comune ha disposto “l’immediata sospensione dei lavori” , la revoca dei permessi alle imprese costruttrici ed ha imposto alle ditte di provvedere alle “opere necessarie a garantire la sicurezza dell’edificio condominiale e dell’area di cantiere”.

Le imprese costruttrici, tuttavia, non hanno portato a termine la messa in sicurezza dell’area e a più di un anno di distanza la situazione di pericolo permane, nonostante gli uffici di Pubblica incolumità del Comune di Genova abbiano disposto che, in caso di mancato adempimento da parte delle ditte, dovesse essere il Comune stesso a provvedere.

“A questo punto – scrive Pellerano in una nota – ritengo non si possa più perdere altro tempo ed occorra fornire risposte certe alle famiglie interessate da questa triste vicenda, ponendo fine agli scarica-barile ed alle solite lungaggini burocratiche. Mi aspetto che la Regione e il Comune intervengano al più presto, in primis per dare un’adeguata ospitalità temporanea alle famiglie evacuate, ma anche per accertare e sanzionare eventuali responsabilità, pubbliche e private.

Occorre poi provvedere con massima urgenza alla messa in sicurezza sia dell’edificio di via Bocciardo, per consentire in tempi brevi il ritorno a casa delle famiglie evacuate, sia di tutta la zona circostante, per evitare che la situazione si aggravi ulteriormente. Il terreno su cui doveva sorgere il park interrato è stato dichiarato a rischio idrogeologico dalla Provincia e da un anno è un cratere abbandonato. Sopra lo scavo sorgono altre palazzine e vivono decine di famiglie. Non si può perdere altro tempo”.

Qui le foto di Genova24.it

Qui l’articolo della Gazzetta del Lunedì

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Controlli sulle spese alla Regione Liguria

By pellerano_14   /     Dic 06, 2012  /     Economia e sviluppo, Politica e Trasparenza  /     0 Comment

pell rep

Di seguito, lo stesso articolo in formato solo testo.

Il giovane consigliere della lista Biasotti che sollevò il caso pedaggi: è già un assurdo privilegio averlo, il Telepass.

Pellerano: “Ho già vinto la mia battaglia, i dati sulle spese sono stati pubblicati”

NADIA CAMPINI

NON mi aspettavo certo tutto il putiferio che è scoppiato quando ho raccontato di quello che spetta ai consiglieri regionali per le trasferte, e tra l`altro lo avevo fatto senza alcun intento polemico, solo per far capire la realtà». Lorenzo Pellerano, consigliere regionale della lista Biasotti, era stato il primo ad alzare il velo sui privilegi di cui godono i consiglieri regionali che si devono spostare lungo le strade liguri e adesso che la Guardia di Finanza è arrivata negli uffici del Consiglio, chiedendo proprio le pezze giustificative
di quei viaggi, non ci sta a passare per il censore dei suoi colleghi.
E` stato lei a presentare un esposto sugli sprechi delle trasferte?
«Assolutamente no. Penso che non sia neanche il mio compito. Ricordo solo che era appena scoppiato il caso Fiorito e in consiglio regionale, come succede per tanti altri argomenti, i giornalisti mi avevano chiesto un commento su quelle vicende.
Io avevo raccontato la mia esperienza personale riguardo ai pedaggi autostradali».
Cosa aveva fatto al momento di assumere la carica di consigliere regionale?
«Era il 2010, mi era stato detto che avevo diritto alla Viacard e al Telepass per tutti i pedaggi autostradali per motivi di servizio. Io avevo preferito ritirare solo la Viacard, per evitare il rischio di fare confusione tra le spese personali e quelle politiche.
Con questo non sto dicendo che chi ha preso il Telepass se ne approfitti o viceversa.
Quello che è vero però è esistono privilegi sui quali si può intervenire».
Quali privilegi?
«Se penso al tema della mobilità quello delle Viacard o dei Telepass è già un privilegio,
perché comunque i consiglieri regionali hanno diritto ad un rimborso forfettario per gli spostamenti, rimborso che varia a seconda della distanza del luogo di residenza da Genova, sono 2800 euro al mese fino a 25 chilometri da Genova, sede della Regione, a salire fino ad un massimo di 4500 per chi risiede oltre gli 80 chilometri. Quel rimborso copre già le spese senza bisogno di pagare ancora a parte i pedaggi. Intendiamoci, non
c`è nulla di illecito, lo prevedono le norme, ma nel momento in cui tutti devono tirare la cinghia penso che su queste norme sia necessario intervenire… »
Le sue dichiarazioni avevano portato alla pubblicazione dei dati delle spese dei gruppi
in Liguria, cosa ne è emerso?
«Intanto sicuramente è positivo il fatto che si sia arrivati alla pubblicazione di quei dati.
Un`operazione di trasparenza importante nei confronti dei cittadini e da quei dati è emerso che la Regione Liguria è abbastanza virtuosa, dove prevale un atteggiamento tutto sommato sobrio. Insomma, niente ostriche. E poi il percorso di riduzione di spese della politica qua in Regione Liguria lo avevamo già avviato anche prima che scoppiassero gli scandali».
In che modo?
«Abbiamo già ridotto il numero dei consiglieri regionali da quaranta a trenta e il numero
degli assessori da dodici a sei. Dal Parlamento attendiamo ora la definizione del decreto
che stabilirà quali ulteriori risparmi vanno fatti sui costi della politica, insomma, stiamo
procedendo su una strada già avviata».

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Province: eliminare i doppioni ma salvare le professionalità.

By pellerano_14   /     Nov 15, 2012  /     Genova  /     0 Comment

In Regione abbiamo approvato l’accorpamento tra le province di Savona e Imperia. La Spezia diventa la provincia più piccola d’Italia.

Con l’approvazione del decreto legge di riforma delle Province è stata definita la nuova mappa provinciale italiana: dal 1 gennaio 2013 si scenderà dalle attuali 86 a 51, comprese 10 aree metropolitane. Per quanto riguarda la Regione Liguria, è stato confermato il riordino così come previsto dal decreto legge: accorpamento delle Province di Imperia e Savona a Ponente, l’attuale provincia di Genova che diventa città metropolitana e la provincia di Spezia a Levante.

A nulla sono serviti i tavoli, le riunioni, gli sforzi politici e le istanze manifestate dei cittadini per cambiare i confini e la nostra Regione si trova ora divisa  in tre Province che disegnano una mappa fortemente squilibrata sia dal punto di vista geografico, sia dal punto di vista dell’offerta dei servizi territoriali. Ma la Regione Liguria si è ormai pronunciata recependo in toto il decreto legge 95/2012 ed è quindi inutile ritornare sull’argomento.

Ritengo invece doveroso riprendere alcuni punti che ho affrontato in un’interrogazione depositata a luglio e che sono tornati di attualità proprio in questi giorni. Mi riferisco all’allarme lanciato dai presidente dell’Upi (Unione delle Province Italiane) in riferimento alla  mancanza di fondi per far fronte ai problemi legati alla pulizia e alla manutenzione delle strade e, soprattutto, alle gestione delle scuole che rischiano, adesso che andiamo incontro alla brutta stagione, la chiusura del riscaldamento. Sono argomenti che avevo sollevato da tempo e che, purtroppo, solo questa mattina sono stati affrontati in Consiglio regionale. Sempre con la stessa interrogazione avevo sollevato altre due importante questioni: quella relativa alla distribuzione e all’assorbimento delle deleghe finora conferite alla Province e quella relativa alla ricollocazione in altri enti del personale fino a oggi in carico alle Province.

È inutile negare che si tratti di un argomento molto delicato: il trasferimento dei dipendenti da un ente all’altro e il loro ricollocamento comporta una nuova riorganizzazione delle risorse umane che deve, prima di tutto, garantire un inserimento nella nuova realtà aziendale con una posizione congrua a quella ricoperta nell’ente di provenienza. Senza contare che la nuova collocazione non deve assolutamente andare a compromettere il percorso della carriera lavorativa già effettuato.

Ho apprezzato a tal proposito la posizione dell’assessore Paita, che, condividendo tutti i miei timori e preoccupazione, ha suggerito di portare in commissione l’argomento, per trovare una proposta che tuteli  il personale e che, nel contempo, definisca una distribuzione delle funzioni e delle competenze in modo ottimale e rispondente a criteri di efficienza e di risparmio di cassa, evitando cioè di creare inutili e costosi doppioni.

Purtroppo il quadro normativo nazionale in materia di riparto delle competenze e di riorganizzazione del personale è confuso e in continua evoluzione; ma proprio per questo noi, come Regione, dobbiamo aprire già da adesso un confronto in commissione con l’obiettivo di predisporre un documento che risponda alle esigenze della realtà ligure. Se poi le direttive nazionali, quando arriveranno, discorderanno dalle nostre, allora vedremo di trovare un punto di incontro. Ma intanto è bene avere un quadro di riferimento locale da cui prendere le mosse, anche se viene da chiedersi se non sia più semplice eliminare in toto le Province e ridistribuire le competenze tra Comuni e Regioni (ovviamente con uffici decentrati).

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