“Il futuro del porto, il futuro di Genova” Giovedì 12 Marzo, dalle 18:30 – Auditorium del Museo del Mare. L’economia del mare è il primo motore di occupazione e sviluppo per la Liguria. La questione degli spazi è una priorità e #LiguriaLibera vuole affrontarla con un dibattito pubblico utile per confrontare le idee e prendere […]
CARMINE 16 GENNAIO 2015 – il Futuro di Genova, il nostro Futuro
Ringrazio di nuovo tutti per la bellissima serata del 16 Gennaio al Mercato del Carmine: un clima positivo, tanto entusiasmo, tanta voglia di partecipare, di non rassegnarsi. Grazie per la fiducia e per il sostegno, sono tornato a casa stanco ma ancora più convinto che sia possibile costruire una pagina nuova, in Regione e a […]
LORENZO PELLERANO, CHI SONO? – Sono nato a Genova nel 1983, secondo di quattro fratelli, o meglio tre fratelli ed una sorella.
Sono nato a Genova nel 1983, secondo di quattro fratelli, o meglio tre fratelli ed una sorella.
Ho frequentato la scuola dei Gesuiti, l’Arecco, e poi il liceo classico al D’Oria. Nel tempo libero il calcio a San Desiderio, la Liguria in bici, tra lungomare e salite. Le esperienze di volontariato in Romania, gli scout, i vicoli col naso per aria, De André nelle orecchie. E il porto, dove mio padre ci portava da bambini a vedere le calate, le montagne di carbone, le pile di containers…
Dal 2010 sono avvocato, non a caso marittimista. L’esperienza politica è iniziata “in quartiere” nel 2007 e nel 2010 sono stato eletto in Consiglio Regionale, sempre come indipendente. Col tempo il mio sguardo è diventato sempre più attento alla bellezza e alle potenzialità di Genova, le sue magagne sono la mia quotidianità: in mezzo alla gente, sul tavolo della mia scrivania o sullo schermo del computer.
Al Municipio Centro Est ho cominciato con gli spazi da riqualificare a Castelletto e a Oregina: la piazzetta di fronte alla chiesa in Corso Firenze, la nuova area verde di Via Sapri. Ma anche l’attenzione al mondo della scuola, del tempo libero e del sociale, ad esempio attraverso il confronto con le realtà che si occupano delle persone senza fissa dimora.
Simbolo di una vittoria sul degrado è stata la riapertura – dopo troppi anni – del Mercato del Carmine. Anche come consigliere regionale ne ho seguito tutti i passaggi, dal concorso di idee, alle modifiche progettuali, al difficile percorso burocratico dopo la costosa ristrutturazione. Sempre incalzando le parti coinvolte, in primo luogo il Comune di Genova.
In Regione interpreto il ruolo di opposizione come quello di un puntiglioso controllore, ma ogni mia iniziativa vede sempre elementi propositivi, mirati a mantenere o accrescere le opportunità – in primo luogo di lavoro – in Liguria.
Faccio parte delle commissioni bilancio, formazione ed università, attività produttive. Quest’ultima mi coinvolge particolarmente. Delegato ad occuparmi della crisi di Fincantieri, ho contribuito alla soluzione di una vertenza molto complessa (gli stabilimenti di Sestri e Riva Trigoso non sono stati chiusi).
Mi sono battuto per la trasparenza e per eliminare alcuni privilegi dei consiglieri regionali (Telepass, Viacard, pensioni retributive) e per primo ho sollevato l’attenzione sul dossier della discutibile vendita del patrimonio immobiliare regionale all’ente delle case popolari (Arte) finita poi sotto indagine della Corte dei Conti.
Mi occupo molto di sanità (voce predominante del bilancio regionale) di scuola, sostegno alla famiglia, cultura e di tutto ciò che può aiutare il rilancio della Liguria, dalle infrastrutture al turismo.
La mia è una storia politicamente breve, ma i risultati non mancano. Di questo ringrazio le molte persone che mi hanno sostenuto, chi ha segnalato problemi e consigliato soluzioni.
Il racconto completo di cinque anni in Regione si trova su questo sito: c’è la documentazione delle mie attività in Consiglio e ci sono gli articoli dei giornali, che mi hanno dato molto spazio, credo riconoscendo il valore del mio lavoro.
GENOVA IN DIFFICOLTÁ, GENOVA DA DIFENDERE – Di mestiere faccio l’avvocato, ma ho scoperto di essere avvocato anche in politica
Di mestiere faccio l’avvocato, ma ho scoperto di essere avvocato anche in politica. Difendo Genova perché ne ha assolutamente bisogno.
Infatti, scorrendo le iniziative che ho portato avanti in questi anni in Consiglio Regionale, trovo:
- l’appello contro il trasferimento a La Spezia della facoltà di Ingegneria Navale (nata a Genova 140 anni fa);
- la difesa dell’Archivio di Stato genovese, a rischio declassamento;
- la difesa dell’Accademia Ligustica di Belle Arti;
- l’intervento contro lo “scippo” di competenze a danno del Tribunale di Genova;
- la battaglia contro il trasferimento dei debiti della Regione a danno di ARTE (l’ente che deve occuparsi di edilizia popolare, e non di “alleggerire” i bilanci altrui);
- la difesa del quartiere di Begato da nuovi scempi edilizi;
- il mio intervento che – dopo la vendita da parte della Regione – ha riaperto il dibattito sul futuro dell’ex Ospedale Psichiatrico di Quarto, destinato ad ospitare il palazzetto della salute per il Levante e spazi per il Quartiere.
Sono tutti casi in cui Genova ha avuto bisogno di una difesa contro decisioni ingiuste e la mia voce si è levata nel silenzio di troppi “avvocati difensori” che hanno rinunciato all’incarico di rappresentare la città.
La dirigenza politica genovese dà l’impressione di essere rassegnata alla sconfitta, al declino proprio e della città. Il PD non difende Genova, anche se la governa da decenni. La guida del Partito Democratico in Liguria è contesa da tutti gli esponenti locali tranne che da quelli genovesi. Per lungo tempo il partito genovese è stato commissariato da un savonese, tuttora segretario regionale. Sua moglie è Presidente della Fiera di Genova. Le lotte intestine tra esponenti PD di Savona e La Spezia vedono la “grande” Genova paradossalmente come il vaso di coccio. Due capaci esponenti del PD spezzino, marito e moglie, sono saldamente insediati a Genova: uno governa il porto e l’altra, come assessore, gestisce le infrastrutture della Regione e da alcune settimane anche il ciclo dei rifiuti. Nessun genovese del PD mostra forza sufficiente per ambire alla Presidenza della Regione.
Marco Doria a sua volta è l’immagine di un PD genovese che subisce e non decide. Quotidianamente il PD contesta il “suo” sindaco, che porta nel nome la storia gloriosa della città, nei fatti il declino di questi anni. Il PD contesta Doria ma non lo fa cadere, perché facendo cadere Doria il PD metterebbe a rischio le proprie rendite di potere in città.
Intanto ogni giorno Genova rischia di perdere attività prestigiose e strategiche. Di Ingegneria Navale dicevo sopra. Aggiungo il caso dell‘Istituto Idrografico della Marina. Sono due istituzioni la cui presenza secolare in Città ho difeso, mentre il PD, senza il mio allarme, avrebbe lasciato mano libera a chi cercava di trasferire tutto a La Spezia o addirittura fuori regione.
E l’Archivio di Stato? Possibile che solo io mi sia accorto del “declassamento” in arrivo? E’ impensabile che l’Archivio di una Repubblica Marinara, sede del primo archivio notarile della storia, possa retrocedere in termini di prestigio e stanziamenti.
Sono solo alcuni esempi: qui c’è da controllare tutto e da difendere a oltranza, perché le amministrazioni locali, oltre a mancare di una strategia di rilancio, sono alquanto distratte nel presidiare e valorizzare ciò che il lavoro e la cultura della città hanno costruito nel tempo.
Credo di essere stato un difensore di buone cause e, tutto sommato, vincente: ogni volta che mi sono mosso si è sventato un rischio, un problema inosservato è stato messo in luce, un impegno è stato portato a termine.
In Consiglio Regionale ho fatto diverse proposte, alcune accolte (ad esempio la pubblicazione on-line delle delibere delle ASL e il taglio di Viacard e Telepass per i Consiglieri Regionali). Ma dall’opposizione non si detta la linea, si possono solo limitare i danni e – se possibile – ribaltare la situazione. Così è stato per la vendita degli immobili dalla Regione ad ARTE Genova, un tentativo di abbellire il bilancio della Regione mettendo a rischio i conti dell’Ente regionale per l’edilizia popolare. Con le mie denunce ho anticipato le contestazioni alla Giunta Burlando formulate dagli ispettori del Ministero dell’Economia e dalla Corte dei Conti.
Ho fatto “l’avvocato” anche quando ho ritenuto che alcuni problemi poco appariscenti richiedessero giustizia, temi poco redditizi in termini di consenso personale ma determinanti per la qualità della vita di soggetti deboli come i pazienti psichiatrici o i carcerati.
Chiunque fa politica seriamente è avvocato di una comunità, anche senza laurea e senza titoli. Una buona causa da difendere non manca mai, individuarla e trovare il modo giusto di farla valere è fare buona politica.
A Genova – per troppi anni – le cose non sono andate sempre così: una classe dirigente senza prospettive ha abdicato ai suoi doveri, pur restando al proprio posto. Va detto chiaramente se vogliamo non solo difendere Genova, ma progettare il suo futuro per davvero: occorre voltare pagina!
Genova ha bisogno di essere difesa ed urgono “progettisti” disinteressati, amanti della città, che ne conoscano il potenziale, la bellezza, la complessità. Donne ed uomini che aiutino la città a riprendere il largo.
E questo è l’interesse di tutta la Regione, perché se Genova rimarrà in crisi difficilmente la Liguria potrà sorridere.