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Biblioteca Universitaria incompiuta: la mia opposizione costruttiva serve

By LPellerano  /     Feb 19, 2015  /     Genova, Sport e Cultura  /     0 Comment

Più volte mi sono occupato in Regione della nuova sede della Biblioteca Universitaria di Genova: i lavori di ristrutturazione sono costati 32 milioni di Euro, ma mancano ancora gli scaffali per conservare i libri (ancora oggi nella “vecchia” sede di Via Balbi 3, dove l’impianto anti-incendio non è a norma). Dopo le mie sollecitazioni insieme […]

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Cultura, formazione e lavoro. Una bella responsabilità.

By LPellerano  /     Ott 30, 2014  /     Genova, Sport e Cultura  /     0 Comment

Sono stato eletto, con il voto di tutti i gruppi di minoranza, vicepresidente della V commissione consiliare in Regione Liguria per la Cultura, Formazione e Lavoro. In questi anni in Regione mi sono spesso occupato di temi inerenti all’ambito della cultura. Penso, ad esempio, alla lunga battaglia a difesa dell’Accademia Ligustica di Belle Arti di […]

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Il futuro: viaggio nella Genova che (non) fu

By pellerano_14  /     Set 22, 2014  /     Sport e Cultura  /     0 Comment

  Prima dell’estate, durante un incontro ospitato dall’Università di Architettura, sono stato spettatore di questo bellissimo filmato di Jacopo Baccani: “C’era una volta il Futuro, viaggio nella Genova che (non) fu”. Racconta Genova da fine ‘800 al 1980 attraverso tantissime immagini, progetti, video, interviste. Mi è piaciuto moltissimo e mi ha lasciato molti spunti di […]

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Genova, il mare e la bicicletta: un nuovo spazio turistico (e non solo) a portata di pedale

By pellerano_14  /     Ago 29, 2014  /     Ambiente e territorio, Sport e Cultura, Turismo  /     0 Comment

Il Giornale appoggia con entusiasmo la mia idea di tracciare una pista ciclabile da Voltri a Nervi, che valorizzi Genova e accresca il turismo sostenibile. Il lungomare di Genova, 34 chilometri, è unico per il panorama, per i gioielli artistici e gli scorci sul mondo del lavoro tra porto e industria. Il Giro d’Italia 2015 […]

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Genova coniughi grandi opere e slow mobility

By pellerano_14   /     Gen 27, 2014  /     Ambiente e territorio, Genova, Sport e Cultura  /     0 Comment

Ritengo necessario accelerare su tutte le forme di mobilità che valorizzino la città e la regione, senza pregiudizi e senza rinunciare a infrastrutture moderne. Il PD la smetta di fare il gioco delle tre carte.

 
Si è riaperto in questi giorni in alcuni Municipi e in Comune a Genova il dibattito sull’ipotesi di realizzare una pista ciclabile proprio nel cuore della città – nella zona di via Venti Settembre – deviando il traffico privato in via Maragliano.   A Genova è possibile introdurre nuove forme di mobilità che consentirebbero di recuperare la bellezza di interi quartieri e di valorizzazione di stili di vita consapevoli, ma è indispensabile che alla base di ogni progetto vi sia una programmazione che non interessi solo porzioni di città a macchia di leopardo, ma che coinvolga e integri la visione della città nel suo insieme, da Voltri a Nervi. Da troppi anni il centro-sinistra genovese non è in grado di programmare e procede in modo confuso e contraddittorio.  Il progetto ha già avuto una gestazione molto controversa e una fase sperimentale che aveva generato accese polemiche sotto la giunta della sindaco Vincenzi. Senza voler entrare nel cuore della polemica e dei punti di vista di tutte le categorie e le parti in causa, ritengo che l’apertura a nuove forme di mobilità di tipo “slow” non possa prescindere da una visione più ampia e armonica di tutta la città, quale quella che Renzo Piano aveva proposto nel suo noto progetto di waterfront del 2004, prima che fosse trasformato in niente più che un “pezzo da museo”. Imporre una pista ciclabile al di fuori di un disegno di città e di un piano più ampio appare una mera decisione ideologica, destinata a fallire.

Genova da anni viene presa in giro dalle amministrazioni comunali targate PD circa la possibilità di realizzare una mobilità alternativa, che utilizzi mezzi di trasporto green, “smart” e a costo (quasi) zero per i cittadini. Peccato si tratti solo di slogan a cui non fa seguito la capacità amministrativa di tradurli in realtà. I fatti sono molto diversi e Genova ha assistito solo alla nascita di progetti “senza gambe”, mestamente naufragati dopo qualche anno e con il solo danno economico per le casse comunali e dell’Europa. Solo per fare un esempio ricordo che il Comune ha investito 220mila euro nel bike sharing, servizio che nel 2012 ha portato un incasso di soli 1.200 euro. Un risultato prevedibile, tutto sommato, visto che a Genova – dove già per conformazione orografica farsi una pedalata non è da tutti – non è stata mai realizzata una pista ciclabile degna di questo nome.

Non ritengo tuttavia che il progetto di ciclabilità sia da scartare a priori. Tutt’altro. Se a Genova si vuole lavorare sulle piste ciclabili, magari sfruttando al meglio le risorse provenienti dai fondi comunitari, è necessario guardare a un percorso da Nervi a Voltri che attraversi la Grande Genova, ricucendo i quartieri e lambendo, in sicurezza, il porto e i luoghi della storia e del lavoro. Certo è un sogno – realizzabile – e occorre superare alcuni limiti, ma penso sia possibile, per esempio affidando ai migliori architetti lo studio delle soluzioni migliori per risolvere le intersezioni fra porto e città. Il tutto assumerebbe un senso profondo in chiave identitaria e turistica. Talvolta non ci rendiamo conto di quanto sia bella agli occhi di un turista la nostra Genova, nella diversità dei Quartieri: un raccordo “verde” interno alla città consentirebbe ai visitatori di allargare lo sguardo al di fuori del Porto Antico.

D’altro canto è impensabile che una pista ciclabile possa risolvere i problemi di mobilità tout court, intesa come mobilità interna alla città e mobilità di collegamento alla città. Non si può prescindere dalla realizzazione di grandi opere quali Gronda, Terzo Valico, completamento del raddoppio della tratta ferroviaria verso Ventimiglia. Anche sui ritardi di queste opere la sinistra e il PD, che da anni ormai governano città e Regione, non hanno più alibi. Fa sorridere che il PD si accorga solo oggi di qual’era il programma di Marco Doria alle primarie: un freno alle infrastrutture. Invece, se non vogliamo chiudere in un totale isolamento il nostro porto e l’economia tutta della città, è indispensabile puntare sui collegamenti veloci che possono arrivare solo da un aeroporto efficiente, da arterie autostradali in grado di accogliere i flussi del XXI secolo – non una camionale realizzata, con enorme lungimiranza, nel 1936 – e da treni puntuali che viaggino su binari sicuri e veloci.

Allo sviluppo della città in questi termini potrà essere associata anche la realizzazione di infrastrutture “verdi”, come una pista ciclabile da Voltri a Nervi. Ma senza una visione della Città nel suo insieme non si va da nessuna parte. E purtroppo questa è la realtà di questi anni.

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Inaugurazione del Mercato del Carmine, un risultato fortemente voluto

By pellerano_14   /     Ott 11, 2013  /     Economia e sviluppo, Genova, Sport e Cultura  /     0 Comment

Oggi è un giorno speciale: da quando ho cominciato a fare politica – nel 2007 – per il rilancio del Carmine ho lavorato tanto. Ora, finalmente, il mercato riapre. Sono molto contento!

L’inaugurazione del Mercato del Carmine merita un brindisi con i migliori vini liguri, non solo perché attesa da anni, ma soprattutto perché è un’importante scommessa per il rilancio del Centro Storico e un’opportunità di promozione per i produttori del nostro territorio. Ho vissuto in prima linea questa rinascita, quindi non nascondo la mia soddisfazione: ho intuito la prospettiva che oggi si realizza quando il Carmine era un mercato in agonia e pochi speravano di rianimarlo. Già dal 2008, come consigliere di Municipio e poi dal 2010 in Regione, con idee, proposte e sollecitazioni ho contribuito al nuovo inizio di oggi.

L’iter è stato lungo e faticoso. Tutto inizia nel 2008 col concorso di idee che abbiamo lanciato dal Municipio Centro Est. Nel 2009 il progetto definitivo di ristrutturazione, nel quale il Comune accoglie importanti osservazioni proposte dal Municipio: la prima versione prevedeva infatti la realizzazione dei bagni su tutto il lato che si affaccia sulla piazza. Siamo intervenuti per fare in modo che il mercato recuperasse un’apertura sulla piazza pedonalizzata.

E’ evidente che negli anni che hanno seguito la fine dei lavori non sono mancati passi falsi, ritardi ed errori da parte del Comune ed è forte il rammarico per il tempo perso prima di mettere a disposizione della città un luogo in cui si è investito tanto. Il Mercato doveva aprire almeno due anni fa, si è perso un tempo enorme in termini di ricchezza non prodotta, di posti di lavoro non occupati, di attività persa anche per i produttori liguri che ora trovano una vetrina sui banchi del Carmine e nell’enoteca regionale. Soprattutto quando tutto sembrava arenato la nostra voce si è sempre fatta sentire – anche dai banchi della Regione – per sostenere questo progetto.

Oggi quello che nel 2008 poteva sembrare un sogno è la realtà: i genovesi potranno gustare i prodotti a chilometro zero e brindare con oltre cento etichette di vini liguri, all’interno di una struttura che si presta ad un utilizzo versatile e verrà gestita in modo innovativo. Al di là di tutto vince il sentimento di soddisfazione nel vedere finalmente aperta una struttura che la città attendeva da anni. Sono fiducioso che il nuovo Mercato del Carmine sarà un volano per le altre attività commerciali della zona e una vetrina per le eccellenze enogastronomiche liguri agli occhi delle migliaia di stranieri che scoprono la nostra città. Si inaugura un mercato, ma anche un luogo di teatro, di musica, di cucina, di gusto, di cultura, di sostenibilità. Ora lo sguardo delle istituzioni può spostarsi su altri luoghi in cerca di identità, su altri contenitori da riempire. A Genova non mancano di certo.

 

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