Archivio di Stato, non svalutiamo la storia di Genova!
Ho voluto portare all’opinione pubblica, nel dibattito politico e in Consiglio Regionale con un ordine del giorno (approvato all’unanimità) la preoccupazione per un’ipotesi ministeriale di riclassificazione degli Archivi di Stato. Infatti, secondo questa bozza, l’Archivio di Genova sarebbe stato “declassato” nonostante il suo eccezionale patrimonio, come riconosciuto unanimemente a livello accademico. Oggi leggiamo che il mio allarme è servito, perché sul Secolo XIX un “direttore generale per gli Archivi del Mibac smentisce qualsiasi ipotesi al riguardo”. Bene, meglio prevenire che curare!
Come riferisce il Secolo XIX, promossa da accademici di tutta Europa, è online una petizione per tutelare il ricchissimo patrimonio dell’Archivio di Stato di Genova.
QUI il testo della petizione e QUI la pagina per aderire.
Qui sotto la pagina del Secolo XIX che riassume la situazione, con le parole del dirigente ministeriale e con l’intervista ad uno dei docenti che hanno promosso l’appello. Di seguito una rassegna sui miei interventi a riguardo.
Il mio punto di vista su Primocanale
Dai quotidiani genovesi la cronaca sul mio ordine del giorno
Un destino comune di cui occuparsi
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C’è solo la strada su cui puoi contare
la strada è l’unica salvezza
c’è solo la voglia e il bisogno di uscire
di esporsi nella strada e nella piazza
perché il giudizio universale
non passa per le case
le case dove noi ci nascondiamo
bisogna ritornare nella strada
nella strada per conoscere chi siamo.
La città vecchia
[youtube http://www.youtube.com/watch?v=XxY6M31nbwY&version=3&hl=it_IT]
Città vecchia, di Umberto Saba
Spesso, per ritornare alla mia casa
prendo un’oscura via di città vecchia.
Giallo in qualche pozzanghera si specchia
qualche fanale, e affollata è la strada.
Qui tra la gente che viene che va
dall’osteria alla casa o al lupanare,
dove son merci ed uomini il detrito
di un gran porto di mare,
io ritrovo, passando, l’infinito
nell’umiltà.
Qui prostituta e marinaio, il vecchio
che bestemmia, la femmina che bega,
il dragone che siede alla bottega
del friggitore,
la tumultuante giovane impazzita
d’amore,
sono tutte creature della vita
e del dolore;
s’agita in esse, come in me, il Signore.
Qui degli umili sento in compagnia
il mio pensiero farsi
più puro dove più turpe è la via.
(Trieste, 1912)
Lo Stato salvi la Ligustica, noi impegniamoci per il rilancio della cultura in chiave turistica.
Ho presentato in Regione un’interrogazione sul futuro dell’Accademia Ligustica delle Belle Arti.
L’Accademia ha bisogno di un intervento strutturale che può solo arrivare dalla statizzazione. Pertanto auspico che il ministro Profumo affronti in tempi brevi il tema dando un’accelerata al processo di passaggio allo Stato, per altro già avviato in questi ultimi anni. Il ministro stesso, durante un recente incontro avuto con i lavoratori della Ligustica, ci ha già assicurato la volontà di mettere nella agenda un incontro a Roma
Grazie alla vendita di alcune tele alla Fondazione Carige e all’intervento della Regione che questa estate ha stanziato 200mila euro è stato possibile dare un po’ d’ossigeno all’Accademia. Tuttavia permangono i problemi di carenza di fondi per garantire continuità all’offerta formativa di questo che è l’unico Istituto di Alta formazione artistica di preparazione nel campo delle arti figurative presente in Liguria, frequentato da 413 studenti. Per ora si è riusciti, con grande sforzo da parte degli enti locali, a tappare il buco pregresso e a corrispondere gli stipendi arretrati ai docenti. La soluzione definitiva a tutti i problemi economici dell’Accademia può arrivare però solo dal progressivo passaggio allo Stato. Ricordo che l’Accademia Ligustica di Genova e quella di Perugia sono le uniche in Italia a essere finanziate in modo esclusivo da Regione, Provincia e Comune e quindi non dallo Stato. A oggi i fondi erogati dagli enti locali non bastano a garantire il regolare svolgimento della didattica. Inoltre, proprio l’assessore alla Cultura Berlangieri ha evidenziato le incertezze per il futuro derivanti dall’oramai imminente superamento delle Province. Infatti, a oggi, non è possibile stabilire se tra le funzioni della nuova città metropolitana ci sarà anche quella di provvedere economicamente all’Accademia, come fino a oggi ha fatto l’ente provinciale di Genova. In attesa che sia affrontata la definitiva statizzazione in sede ministeriale, ritengo che la Regione possa attivarsi nella valorizzazione sia dell’Accademia sia del Museo, integrandoli nei percorsi turistici già esistenti e dando una maggiore visibilità al patrimonio artistico custodito nelle sale della Ligustica che oggi, incredibilmente, sono chiuse ai visitatori durante i fine settimana. Inoltre, visto che alcune tele sono oggi proprietà della Fondazione Carige, che si è impegnata a restaurarle e a renderle fruibili al pubblico, sarebbe auspicabile creare un percorso turistico-culturale che si snodi dall’Accademia alla sede della Fondazione stessa, con eventuale coinvolgimento di sponsor privati.
Accademia Ligustica, cosa è?
Fondata nel 1751, l’Accademia Ligustica di Genova è l’unico Istituto di Alta formazione artistica di preparazione nel campo delle arti figurative in Liguria e copre la richiesta anche del Basso Piemonte. Gli studenti sono 413: 320 frequentano corsi tradizionali (di cui 21 stranieri), 60 i corsi liberi e 33 i corsi singoli. I corsi triennali e biennali (decorazione, pittura, scenografia, progettazione artistica per l’impresa, scultura e grafica d’arte) formano professionalità richieste soprattutto in ambito teatrale, del restauro e della grafica.
Con la riforma seguita alla legge 508/1999, l’Accademia ha avviato un processo si profondo ammodernamento e ha adeguato l’offerta formativa ai livelli richiesti dal ministero per l’autorizzazione al rilascio dei titoli legalmente riconosciuti. L’Accademia ha tutti i requisiti che la rendono un’istituzione assimilabile all’organizzazione di un’Accademia di Stato. La legge 508/1999 prevede la possibilità di una graduale statizzazione delle accademie storiche legalmente riconosciute. A oggi le uniche Regioni che non hanno un’accademia statale sono la Liguria e l’Umbria, sui cui territori operano accademie sostenute dagli enti locali e quindi non godono di un sostegno da parte dello Stato.
L’Accademia di Genova ha usufruito negli anni, al pari delle altre accademie storiche, di un contributo statale. I problemi sono iniziati nel 2008 quando lo Stato ha deciso di abrogare il contributo annuo di 300mila euro che ne garantiva il funzionamento. L’attuazione della legge 508/1999, attraverso la graduale statizzazione, consentirebbe la sopravvivenza dell’Accademia, senza maggiori oneri per lo Stato, anche attraverso la mobilità di personale di accademie statali.
Qui di seguito una lettera del Presidente della Regione Burlando al Ministro dell’Istruzione nella quale è citato il mio impegno per l’Accademia
Ma che ne sai, se non ci provi mai….
Ma che ne sai, se non ci provi mai
che rischi corri se non vuoi volare
coi piedi a terra, legato alla ragione
ti passa presto, la voglia di sognare!
– Edoardo Bennato
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E sono 29
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che bell’inganno sei anima mia
e che bello il mio tempo che bella compagnia
canti di stagione
anime salve in terra e in mare
senza atti d’amore
senza calma di vento
solo passaggi e passaggi
passaggi di tempo
spietate come gli occhi della memoria
altra memoria e no basta ancora
cose svanite facce e poi il futuro
saranno scontri
saranno cacce coi cani e coi cinghiali
saranno rincorse morsi e affanni per mille anni
che bell’inganno sei anima mia
e che grande il mio tempo che bella compagnia
abortire i figli come i sogni
mi sono guardato piangere in uno specchio di neve
mi sono visto che ridevo
mi sono visto di spalle che partivo
che sono visioni di anime contadine
in volo per il mondo
che bell’inganno sei anima mia
e che grande questo tempo che solitudine
che bella compagnia