Lavoro: chi troppo, chi niente.
Sul Secolo XIX di oggi l’Assessore Rossetti risponde – negativamente – alla mia proposta di dedicare un assessorato specifico al tema della formazione e dell’emergenza giovanile. Io resto convinto che invece basti organizzare meglio la Giunta Regionale senza aumentare il numero degli assessori e che un responsabile dedicato sia necessario. Rossetti non può seguire bene tutti i temi che elenca nel suo intervento: scuola, formazione professionale, Università, tirocini, progetto giovani… E’ anche Assessore al Bilancio e in questo periodo di crisi è chiamato a seguire tutti i conti della Regione, a trattare con il Governo e le altre Regioni per ottenere finanziamenti, a tenere i rapporti con i Comuni e con tutte le realtà del territorio che richiedono un sostegno… Buon lavoro a Rossetti (ne ha davvero tanto), grazie della risposta, ma cerchiamo di cambiare!
Il video: in Regione poca attenzione ai giovani disoccupati
L’ intervento nell’aula semideserta e sotto il mio punto di vista ripreso dai quotidiani.
Buone notizie su Ingegneria Navale, il nostro impegno porta frutti
Dal Rettore Deferrari oggi arrivano parole rassicuranti sul futuro del corso. Sono contento perciò di aver sollevato la questione e del fatto che insieme ad una ventina di giovani politici genovesi di schieramenti diversi ci siamo ritrovati a difendere un’eccellenza cittadina. E’ una buona palestra per lavorare nell’interesse di tutti lasciando le divisioni in secondo piano.
Qui di seguito l’appello dei venti politici genovesi e sotto gli articoli che ne parlano.
INGEGNERIA NAVALE DEVE RIMANERE A GENOVA
Il corso di Ingegneria Navale è stato ed è un tassello fondamentale di questo mosaico. Trasferire Ingegneria Navale significherebbe commettere l’errore strategico di indebolire un sistema già presente, funzionante ed impossibile da replicare altrove in Italia. Perché? A vantaggio di chi?
Fincantieri ha recentemente offerto all’Università di Genova di ospitare i laboratori di Ingegneria Navale presso il suo stabilimento genovese : riteniamo si tratti di una grandissima opportunità per l’Università, per Fincantieri, per Genova e per l’Italia.
Realizzare a Sestri una forte sinergia fra Fincantieri, il CETENA e tutta la Scuola Politecnica (non solo ingegneria navale) significherebbe anche garantire interessanti prospettive di sviluppo per il futuro della città , del cantiere e dei giovani .
Auspichiamo pertanto che la citta tutta , nelle sue diverse componenti e a tutti i livelli, dia seguito alle iniziative già prese in Regione, Comune e Municipi e si mobiliti per fare in modo che il Corso di Ingegneria Navale rimanga a Genova.
Se anche Tu pensi che Genova debba far sentire la sua voce contro il trasferimento di Ingegneria Navale puoi sottoscrivere questo documento scrivendo una mail a
IL DOCUMENTO E’ STATO SOTTOSCRITTO DA
Marianna Pederzolli (Lista Doria)
Nerio Farinelli, Presidente Municipio IX (Lista Doria)
Ingegneria Navale: ho aperto il dibattito, ora buon senso oltre i campanilismi
Non nascondo la mia soddisfazione, perché il dibattito apertosi sul trasferimento di Ingegneria Navale da Genova, sede della Facoltà da oltre 150 anni, nasce dalla mia interrogazione in Regione e dalla mia decisione di rendere noto alla stampa il memorandum già predisposto tra gli Enti coinvolti. Il mio obiettivo, raggiunto, era proprio quello di una discussione aperta ai punti di vista di ogni soggetto interessato, come in fondo sarebbe normale. E’ così che si sono susseguiti gli interventi delle istituzioni spezzine ma anche dei sindacati e di Confindustria e ultimo ma decisamente gradito, l’intervento del Sindaco Doria che ha espresso un “no” convinto al trasferimento. Non solo: anche l’Università sembra non accettare più ciò che le avrebbero servito su di un piatto d’argento. Trasferire Ingegneria Navale alla Spezia significherebbe indebolire la Facoltà ma anche spezzare un legame costruito lungo decenni tra l’economia del primo porto del Mediterraneo e la formazione in un segmento strategico.
Seguiamo poi attentamente la proposta di Fincantieri che sta valutando investimenti importanti in ricerca e si offre di ospitare i laboratori di Ingegneria Navale nella sua sede di Sestri Ponente. E’ una grande opportunità, utile a chiudere la partita sull’ insediamento di Ingegneria agli Erzelli. Sono convinto che anche la Regione – finora silente sul tema – possa fare molto per la permanenza a Genova del corso di Navale. Sottolineo ancora che se non avessi divulgato i contenuti del memorandum, si sarebbe consumata l’ennesima operazione all’insaputa dei liguri, nelle stanze chiuse della politica, per sfociare poi magari in anni di sterili discussioni, con ritardi costosissimi sul piano dello sviluppo della nostra regione. Lo dico perché è già successo: Gronda, Erzelli, Ospedale del Ponente…
Confido che il dibattito imprevisto faccia comprendere ad una certa parte della politica che si deve coinvolgere tutta la rappresentanza su scelte che riguardano il futuro della nostra regione. Si può lavorare insieme per obiettivi comuni e di buon senso, cooperando oltre i campanilismi.
Anche dal sindacato una posizione decisa
Genova non può perdere Ingegneria Navale
Il dibattito sui giornali dopo il mio allarme sul trasferimento da Genova della facoltà di Ingegneria Navale.
Le mie considerazioni sulla vicenda e sul memorandum che deve essere sottoposto a discussione.
Il trasferimento del corso di Ingegneria Navale alla Spezia qualche giorno fa sembrava solo l’auspicio di qualche autorità locale spezzina ma ora appare una possibilità fondata. Infatti secondo un documento che ho acquisito in questi giorni è evidente come il progetto di trasferire il corso di laurea sia già in fase avanzata. Il documento, che nelle prossime settimane sarà sottoposto all’attenzione del Cda dell’Ateneo genovese, mette nero su bianco tutte le modalità dell’operazione di spostamento.
Siamo davanti a un tragico errore strategico: davvero la giunta Burlando intende avallare l’ipotesi che il principale porto italiano sia privato del corso di Ingegneria Navale? Occorre fermarsi e valutare, insieme a tutte le parti interessate a livello regionale, le conseguenze, soprattutto negative, che un’operazione di tale portata avrà sicuramente sul nostro territorio.
Vorrei ricordare che il corso di Ingegneria Navale è l’erede di quella Regia Scuola Superiore Navale che nel 1870 fu fondata nel capoluogo ligure non a caso ma per l’importanza che lo scalo ricopriva allora e ricopre ancora oggi. A Genova operano innumerevoli attività connesse all’ingegneria navale: società di navigazione, registri navali, studi professionali, cantieri, assicurazioni e centri di ricerca navale. L’appeal di Ingegneria Navale rischierebbe di indebolirsi se fosse allontanata da Genova e dal suo porto, attorno al quale vive un’economia che, nonostante la crisi, dà oggi lavoro a circa 30mila persone ed è il principale riferimento dell’Italia dello shipping nel mondo. Genova, non dimentichiamolo, è anche la città baricentrica sia per tutto il bacino degli studenti liguri sia per quelli, e sono tanti, provenienti dal Basso Piemonte: pensiamo che oggi a frequentare la Facoltà sono per il 50% ragazzi “fuori sede. Questa vicenda fa poi emergere un grave dato politico: la mancanza di confronto su di una decisione strategica fondamentale. L’accordo per il trasferimento di Ingegneria Navale deve essere sottoscritto anche da un rappresentante della Regione, ma fino ad oggi il tema non è mai stato affrontato in Consiglio Regionale. Ritengo quindi doveroso che – per rimediare alla mancanza di condivisione fino a ora dimostrata dalla giunta Burlando – sia aperta una discussione in merito nelle commissioni competenti coinvolgendo tutte le parti interessate.
Auspico infine che la giunta si attivi al più presto per supportare la proposta di Fincantieri che ha manifestato la disponibilità a ospitare nel cantiere di Sestri Ponente i laboratori di Ingegneria navale. Nel frattempo Genova deve costruire intorno a questa proposta un disegno per il rilancio di un corso di studi strategico per la città, supportando l’offerta didattica del corso e mettendo a sistema le immense competenze, professionalità e risorse presenti in questo settore nel capoluogo ligure. Perdere Ingegneria Navale significherebbe perdere un pezzo importante del nostro futuro.
Genova senza Ingegneria Navale e Istituto Idrografico? Impensabile.
Sulle ipotesi di trasferimento da Genova della facoltà di Ingegneria Navale e dell’Istituto Idrografico della Marina, ecco il mio comunicato ai media e alle istituzioni.
Genova reagisca o perderà Ingegneria Navale e l’Istituto Idrografico della Marina.
Sindaco, Regione, Autorità Portuale gestiscono il disarmo della città o credono nel suo rilancio? Le autorità devono prendere posizione a sostegno dell’economia marittima.
Genova sembra una città che non ha più coscienza di sé, ma la colpa è delle istituzioni, i cittadini non sono rassegnati. E’ incredibile il silenzio seguito all’intervento di Lorenzo Forcieri, Presidente dell’Autorità Portuale della Spezia, che nelle scorse settimane ha reso chiara un’ipotesi di cui si parla da mesi: il trasferimento a Spezia del corso di Ingegneria Navale dell’Università di Genova e dell’Istituto Idrografico della Marina.
Non é possibile che di fronte ad un’ipotesi tanto grave le istituzioni cittadine tacciano. E’ in ballo il settore chiave dell’economia genovese – quello marittimo – che occupa più di 30.000 persone. Genova non può rinunciare ad Ingegneria Navale e al prestigio dell’Istituto Idrografico della Marina, storicamente presente nel più grande porto italiano.
Forse a qualcuno sfugge che all’Istituto Idrografico lavorano circa 200 persone?
O il ruolo strategico di Ingegneria Navale nell’economia genovese?
Si pensi ai cantieri, alle compagnie di navigazione, al Registro Navale Italiano, alle assicurazioni marittime, agli studi di ingegneri e di periti oltre alle imprese portuali. La presenza a Genova del corso di Ingegneria Navale è ampiamente giustificata sotto ogni punto di vista.
Presenterò un’interrogazione per capire se la Giunta Regionale ha un pensiero in merito alle ipotesi di trasferimento e per difendere la permanenza a Genova dell’Istituto Idrografico e di Ingegneria Navale. L’ente della Marina potrebbe trovare spazio nelle vicinanze dei Magazzini del Cotone, dove ha sede la Guardia Costiera. Per Ingegneria Navale la zona ideale potrebbe essere Sestri Ponente, a stretto contatto con il mondo delle aziende, a ridosso del futuro parco Tecnologico degli Erzelli.”
In generale, vedo una mancanza di strategia sulla città e l’incapacità di valorizzare i propri punti di forza. E’ incredibile ascoltare il sindaco Doria secondo cui Gronda e Terzo Valico non porterebbero lavoro. Il futuro di Genova è legato in gran parte alle sue infrastrutture, la città è isolata, è in ballo la difesa di tantissimi posti di lavoro e la possibilità di crearne altri!
Genova nel mondo è riconosciuta e apprezzata come una capitale dello shipping, forse non abbiamo abbastanza la coscienza e l’orgoglio del nostro ruolo strategico per l’Italia. Se Genova perde il suo peso in termini di traffici e competenze in ambito marittimo, a rimetterci sarà tutto il sistema-paese legato all’economia del mare. Di fronte a questo pericolo mi aspetto un forte pronunciamento a difesa di Ingegneria Navale e dell’Istituto Idrografico da parte del Sindaco di Genova e dei Presidenti di Regione ed Autorità Portuale. Servono risposte efficaci e serve un confronto tra i soggetti interessati da queste vicende.
L’Istituto Idrografico della Marina a Genova
Lo Stato salvi la Ligustica, noi impegniamoci per il rilancio della cultura in chiave turistica.
Ho presentato in Regione un’interrogazione sul futuro dell’Accademia Ligustica delle Belle Arti.
L’Accademia ha bisogno di un intervento strutturale che può solo arrivare dalla statizzazione. Pertanto auspico che il ministro Profumo affronti in tempi brevi il tema dando un’accelerata al processo di passaggio allo Stato, per altro già avviato in questi ultimi anni. Il ministro stesso, durante un recente incontro avuto con i lavoratori della Ligustica, ci ha già assicurato la volontà di mettere nella agenda un incontro a Roma
Grazie alla vendita di alcune tele alla Fondazione Carige e all’intervento della Regione che questa estate ha stanziato 200mila euro è stato possibile dare un po’ d’ossigeno all’Accademia. Tuttavia permangono i problemi di carenza di fondi per garantire continuità all’offerta formativa di questo che è l’unico Istituto di Alta formazione artistica di preparazione nel campo delle arti figurative presente in Liguria, frequentato da 413 studenti. Per ora si è riusciti, con grande sforzo da parte degli enti locali, a tappare il buco pregresso e a corrispondere gli stipendi arretrati ai docenti. La soluzione definitiva a tutti i problemi economici dell’Accademia può arrivare però solo dal progressivo passaggio allo Stato. Ricordo che l’Accademia Ligustica di Genova e quella di Perugia sono le uniche in Italia a essere finanziate in modo esclusivo da Regione, Provincia e Comune e quindi non dallo Stato. A oggi i fondi erogati dagli enti locali non bastano a garantire il regolare svolgimento della didattica. Inoltre, proprio l’assessore alla Cultura Berlangieri ha evidenziato le incertezze per il futuro derivanti dall’oramai imminente superamento delle Province. Infatti, a oggi, non è possibile stabilire se tra le funzioni della nuova città metropolitana ci sarà anche quella di provvedere economicamente all’Accademia, come fino a oggi ha fatto l’ente provinciale di Genova. In attesa che sia affrontata la definitiva statizzazione in sede ministeriale, ritengo che la Regione possa attivarsi nella valorizzazione sia dell’Accademia sia del Museo, integrandoli nei percorsi turistici già esistenti e dando una maggiore visibilità al patrimonio artistico custodito nelle sale della Ligustica che oggi, incredibilmente, sono chiuse ai visitatori durante i fine settimana. Inoltre, visto che alcune tele sono oggi proprietà della Fondazione Carige, che si è impegnata a restaurarle e a renderle fruibili al pubblico, sarebbe auspicabile creare un percorso turistico-culturale che si snodi dall’Accademia alla sede della Fondazione stessa, con eventuale coinvolgimento di sponsor privati.
Accademia Ligustica, cosa è?
Fondata nel 1751, l’Accademia Ligustica di Genova è l’unico Istituto di Alta formazione artistica di preparazione nel campo delle arti figurative in Liguria e copre la richiesta anche del Basso Piemonte. Gli studenti sono 413: 320 frequentano corsi tradizionali (di cui 21 stranieri), 60 i corsi liberi e 33 i corsi singoli. I corsi triennali e biennali (decorazione, pittura, scenografia, progettazione artistica per l’impresa, scultura e grafica d’arte) formano professionalità richieste soprattutto in ambito teatrale, del restauro e della grafica.
Con la riforma seguita alla legge 508/1999, l’Accademia ha avviato un processo si profondo ammodernamento e ha adeguato l’offerta formativa ai livelli richiesti dal ministero per l’autorizzazione al rilascio dei titoli legalmente riconosciuti. L’Accademia ha tutti i requisiti che la rendono un’istituzione assimilabile all’organizzazione di un’Accademia di Stato. La legge 508/1999 prevede la possibilità di una graduale statizzazione delle accademie storiche legalmente riconosciute. A oggi le uniche Regioni che non hanno un’accademia statale sono la Liguria e l’Umbria, sui cui territori operano accademie sostenute dagli enti locali e quindi non godono di un sostegno da parte dello Stato.
L’Accademia di Genova ha usufruito negli anni, al pari delle altre accademie storiche, di un contributo statale. I problemi sono iniziati nel 2008 quando lo Stato ha deciso di abrogare il contributo annuo di 300mila euro che ne garantiva il funzionamento. L’attuazione della legge 508/1999, attraverso la graduale statizzazione, consentirebbe la sopravvivenza dell’Accademia, senza maggiori oneri per lo Stato, anche attraverso la mobilità di personale di accademie statali.
Qui di seguito una lettera del Presidente della Regione Burlando al Ministro dell’Istruzione nella quale è citato il mio impegno per l’Accademia