Le foto di Via Ventotene prima del crollo
Come testimoniano questi articoli , negli ultimi tempi mi sono occupato più volte dei problemi del Lagaccio, un quartiere troppo trascurato. Dalla scongiurata chiusura dei servizi socio-sanitari, alla riqualificazione della Caserma Gavoglio, sempre promessa e mai realizzata, con il rischio che lo stato di abbandono si traduca in un pericolo per i residenti.
E probabilmente se non fosse stato perso tanto tempo sulla riqualificazione dell’ex caserma Gavoglio, la frana di via Ventotene si sarebbe potuta evitare e oggi non avremmo 60 famiglie sfollate. Per anni si è parlato del Lagaccio solo quale possibile sede – la più sbagliata – della moschea. Ora si deve dare priorità alla messa in sicurezza di un quartiere che negli anni ha subito una cementificazione a dir poco selvaggia e una scarsa attenzione ai servizi per i residenti. Come ho detto qualche settimana fa in un’interrogazione presentata in consiglio regionale, la “valorizzazione” della caserma Gavoglio, da tre anni stoppata tra le maglie della burocrazia e le sabbie mobili della politica genovese, sarebbe stata un buon punto di partenza per riqualificare un’area di 70mila metri quadri, completamente abbandonata da quasi trent’anni. Come ha segnalato il comitato a difesa del quartiere “Voglio la Gavoglio”, già nell’ottobre 2010 si era verificato uno smottamento sul versante opposto a quello interessato dalla frana di via Ventotene, proprio sotto la carreggiata che costeggia l’area dell’ex caserma. Probabilmente se – dopo quel crollo – fossero stati fatti sopralluoghi e verifiche tecniche, l’ultima frana sarebbe stata evitata. Sono soddisfatto che anche il sindaco Doria si sia mobilitato a favore delle famiglie sfollate di via Ventotene, rassicurandole sul rientro in tempi brevi nelle proprie abitazioni, tuttavia, non posso fare a meno di ricordare che, per un’analoga circostanza, da quasi un anno e mezzo, sei famiglie nel quartiere di Borgoratti, in via Bocciardo 1, sono fuori casa, ospitate da amici e partenti o in affitto. Mi auguro che una soluzione positiva sia trovata dalle istituzioni nel più breve tempo possibile per tutte le famiglie evacuate. Infine auspico che comincino al più presto serie verifiche sul territorio per prevenire frane e smottamenti, a partire dai quartieri a più alta criticità, compreso l’intero perimetro della Gavoglio».
Proprio durante un sopralluogo alla Gavoglio ho scattato dall’alto questa foto dell’area, che sul lato sinistro a media altezza, inquadra anche il muraglione di Via Ventotene.
Dopo il crollo, sono ritornato a vedere la foto per verificare se avessi inquadrato anche il punto del disastro e mi sono accorto che proprio in corrispondenza della frana, dove il muro di contenimento fa angolo, c’era una crepa vistosa.
Queste immagini sono uscite oggi su alcuni quotidiani
su Il Secolo XIX
su Il Giornale
Un destino comune di cui occuparsi
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C’è solo la strada su cui puoi contare
la strada è l’unica salvezza
c’è solo la voglia e il bisogno di uscire
di esporsi nella strada e nella piazza
perché il giudizio universale
non passa per le case
le case dove noi ci nascondiamo
bisogna ritornare nella strada
nella strada per conoscere chi siamo.
Aiutiamo i bed & breakfast, più turismo e lavoro in Liguria
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Genova senza Ingegneria Navale e Istituto Idrografico? Impensabile.
Sulle ipotesi di trasferimento da Genova della facoltà di Ingegneria Navale e dell’Istituto Idrografico della Marina, ecco il mio comunicato ai media e alle istituzioni.
Genova reagisca o perderà Ingegneria Navale e l’Istituto Idrografico della Marina.
Sindaco, Regione, Autorità Portuale gestiscono il disarmo della città o credono nel suo rilancio? Le autorità devono prendere posizione a sostegno dell’economia marittima.
Genova sembra una città che non ha più coscienza di sé, ma la colpa è delle istituzioni, i cittadini non sono rassegnati. E’ incredibile il silenzio seguito all’intervento di Lorenzo Forcieri, Presidente dell’Autorità Portuale della Spezia, che nelle scorse settimane ha reso chiara un’ipotesi di cui si parla da mesi: il trasferimento a Spezia del corso di Ingegneria Navale dell’Università di Genova e dell’Istituto Idrografico della Marina.
Non é possibile che di fronte ad un’ipotesi tanto grave le istituzioni cittadine tacciano. E’ in ballo il settore chiave dell’economia genovese – quello marittimo – che occupa più di 30.000 persone. Genova non può rinunciare ad Ingegneria Navale e al prestigio dell’Istituto Idrografico della Marina, storicamente presente nel più grande porto italiano.
Forse a qualcuno sfugge che all’Istituto Idrografico lavorano circa 200 persone?
O il ruolo strategico di Ingegneria Navale nell’economia genovese?
Si pensi ai cantieri, alle compagnie di navigazione, al Registro Navale Italiano, alle assicurazioni marittime, agli studi di ingegneri e di periti oltre alle imprese portuali. La presenza a Genova del corso di Ingegneria Navale è ampiamente giustificata sotto ogni punto di vista.
Presenterò un’interrogazione per capire se la Giunta Regionale ha un pensiero in merito alle ipotesi di trasferimento e per difendere la permanenza a Genova dell’Istituto Idrografico e di Ingegneria Navale. L’ente della Marina potrebbe trovare spazio nelle vicinanze dei Magazzini del Cotone, dove ha sede la Guardia Costiera. Per Ingegneria Navale la zona ideale potrebbe essere Sestri Ponente, a stretto contatto con il mondo delle aziende, a ridosso del futuro parco Tecnologico degli Erzelli.”
In generale, vedo una mancanza di strategia sulla città e l’incapacità di valorizzare i propri punti di forza. E’ incredibile ascoltare il sindaco Doria secondo cui Gronda e Terzo Valico non porterebbero lavoro. Il futuro di Genova è legato in gran parte alle sue infrastrutture, la città è isolata, è in ballo la difesa di tantissimi posti di lavoro e la possibilità di crearne altri!
Genova nel mondo è riconosciuta e apprezzata come una capitale dello shipping, forse non abbiamo abbastanza la coscienza e l’orgoglio del nostro ruolo strategico per l’Italia. Se Genova perde il suo peso in termini di traffici e competenze in ambito marittimo, a rimetterci sarà tutto il sistema-paese legato all’economia del mare. Di fronte a questo pericolo mi aspetto un forte pronunciamento a difesa di Ingegneria Navale e dell’Istituto Idrografico da parte del Sindaco di Genova e dei Presidenti di Regione ed Autorità Portuale. Servono risposte efficaci e serve un confronto tra i soggetti interessati da queste vicende.
L’Istituto Idrografico della Marina a Genova
La città vecchia
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Città vecchia, di Umberto Saba
Spesso, per ritornare alla mia casa
prendo un’oscura via di città vecchia.
Giallo in qualche pozzanghera si specchia
qualche fanale, e affollata è la strada.
Qui tra la gente che viene che va
dall’osteria alla casa o al lupanare,
dove son merci ed uomini il detrito
di un gran porto di mare,
io ritrovo, passando, l’infinito
nell’umiltà.
Qui prostituta e marinaio, il vecchio
che bestemmia, la femmina che bega,
il dragone che siede alla bottega
del friggitore,
la tumultuante giovane impazzita
d’amore,
sono tutte creature della vita
e del dolore;
s’agita in esse, come in me, il Signore.
Qui degli umili sento in compagnia
il mio pensiero farsi
più puro dove più turpe è la via.
(Trieste, 1912)
Aiutare il turismo ligure semplificando la burocrazia
Da SavonaNews.it
«Bene la modifica della Legge regionale sugli alberghi, anche se si tratta di un provvedimento limitato e tardivo rispetto alle aspettative della categoria. Sarebbe stato importante approvare questa legge a inizio legislatura, anticipando gli effetti della crisi che colpisce ogni anno di più».
Così interviene Lorenzo Pellerano, consigliere regionale della Lista Biasotti, sul provvedimento per l’aggiornamento dell’offerta turistica in Liguria, che stabilisce nuove disposizioni in materia di alberghi, approvato questo pomeriggio in Consiglio. «Ritengo, comunque, un grande risultato della minoranza essere riusciti a ottenere l’aumento al 25% della quota di risorse che gli albergatori potranno impiegare per ridurre l’esposizione bancaria riferita a mutui direttamente connessi all’attività alberghiera – spiega Pellerano – è certamente un segno di attenzione e di consapevolezza della difficoltà degli imprenditori ad accedere al credito, ma non è sufficiente: occorre aiutare gli albergatori a portare avanti le loro attività sostenendo gli investimenti».
Contestualmente alla modifica della disciplina sugli alberghi Pellerano ha presentato un ordine sui b&b, approvato all’unanimità. «È necessario fare altri passi in avanti in materia di turismo, guardando anche ad altre tipologie di strutture ricettive, per esempio i bed&breakfast. Per potenziare e differenziare l’offerta turistica si deve partire dalla semplificazione delle procedure burocratiche e da una migliore gestione delle attività ricettive nella Regione: serve una rapida modifica alla normativa che disciplina questo tipo di strutture. Se oggi è stata data una prima risposta agli albergatori, ritengo sia indispensabile fare altrettanto con i bed & breakfast, che possono consentire alla nostra Regione di conquistare nuovi segmenti sul mercato turistico, di rilanciare le zone dell’entroterra puntando sulla tipicità dei territori e di destagionalizzare l’offerta, garantendo un’ospitalità di qualità anche nei periodi di bassa stagione, quando la maggior parte degli alberghi sono chiusi. I b&b possono essere un volano per un nuovo tipo di turismo, maggiormente indirizzato ai giovani e alle famiglie, ma allo stesso tempo possono rappresentare nuove opportunità di lavoro e favorire l’imprenditoria giovanile. In un momento di profonda crisi non sono pochi i giovani – e i meno giovani – che sarebbero pronti a investire per aprire nuove strutture. Spesso si tratta di persone attente alle nuove tendenze del turismo, capaci di rispondere alle esigenze di un turista giovane garantendo un servizio più informale e su misura.
La Regione deve assolutamente assecondare questo spirito di iniziativa, il desiderio di investire sul nostro territorio e la voglia di innovare l’ospitalità ligure anche in questo campo. Ritengo prioritario che si intervenga sul testo unico sulla Legge 2/2008 e sul regolamento 3 del 2010 per semplificare la conduzione, spesso a carattere familiare, dei Bed & Breakfast. L’eliminazione e la semplificazione di alcune procedure burocratiche, oggi troppo farraginose, garantirebbe un maggiore sostegno alle strutture esistenti e un incentivo alla nascita di nuove».
Il nuovo Parlamento: generosità prima di tutto
La volontà popolare ci ha dato un Parlamento complesso, credo anche fragile.
Già si vede come sarà faticoso formare un governo e in generale la prospettiva è confusa.
Ma la politica è chiamata a fare uno scatto in avanti, non può rimanere una zavorra per il Paese che attraversa una situazione socio-economica difficilissima.
Non è proprio il momento dei rancori e dei muri, degli angeli vendicatori, dei nuovi cinismi e dei nemici a prescindere.
Ci vuole uno sforzo di generosità, prima di tutto.
Ai nuovi eletti credo che in molti chiediamo equilibrio e lungimiranza: il bene dell’Italia deve mettere più che mai in secondo piano gli interessi di parte.
Chi è impegnato in politica deve raddoppiare l’impegno, deve spendersi, ascoltare, cercare e dare risposte – spesso difficili da individuare – e rischiare l’impopolarità. Con una dedizione grande, perché di cose piccole non è il momento.
Giustizia per i malati di Quarto, mi battevo da un anno
Sull’ex Ospedale Psichiatrico di Quarto la Regione ha mostrato non solo imperizia nella gestione degli immobili, ma anche scarsa sensibilità verso i malati. Un anno fa (lo raccontavo qui) denunciavo che i pazienti non possono essere trattati come oggetti, oggi il Tribunale di Genova decide un risarcimento alle famiglie.