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Monte dei Paschi mette a rischio Terzo Valico e ampliamento Fincantieri?

By pellerano_14   /     Feb 20, 2013  /     Economia e sviluppo, Porti e Infrastrutture  /     0 Comment

E’ urgente una risposta di Burlando sui tempi di trasferimento dei 50 milioni stanziati dal MPS per il ribaltamento a mare del cantiere di Sestri Ponente. Su questo preannuncio una interrogazione al Presidente. Nel frattempo i lavori del Terzo Valico sono partiti, ma senza ribaltamento non sapremo dove mettere il materiale di scavo. Già a Luglio 2012 avevo segnalato l’importanza di non accumulare ritardi per due opere così strettamente connesse.

Cinquanta dei 70 milioni di euro necessari per la realizzazione del ribaltamento a mare di Fincantieri a Sestri Ponente sono fermi nelle casse di Monte Paschi di Siena, oggi al centro di indagini della magistratura.  E’ necessario che il Presidente Burlando e la Giunta chiariscano al più presto se rischiamo ulteriori ritardi per l’inizio dei lavori.  La banca ha in custodia 50 milioni “devoluti” da quei porti che non avevano speso nei tempi previsti le somme a loro destinati dal ministero delle Infrastrutture.

Ricordo che si parla della fetta maggiore dei fondi indispensabili a un’opera fondamentale per il futuro industriale di Genova e per assicurare la presenza in città dello stabilimento Fincantieri. Genova aspetta da circa due anni l’arrivo nelle casse dell’Autorità Portuale di questi 50 milioni di euro per il riempimento dello specchio acqueo fra i bacini del cantiere di Sestri Ponente e il Porto Petroli.

La firma definitiva era stata annunciata già per la fine del 2012. E invece ancora niente. L’Autorità Portuale di Genova aspetta ancora l’ok al trasferimento finale dei fondi dal Monte dei Paschi di Siena.

I 50 milioni risultano ancora bloccati nei “forzieri” di Mps. Solo quando sarà completata l’operazione di rinegoziazione degli interessi, l’Authority avrà il via libera per far scattare il bando per il ribaltamento, già pronto e fermo da tempo a palazzo San Giorgio. Ora che Mps è al centro di indagini da parte della magistratura, è plausibile la preoccupazione, riportata in alcuni articoli sulla stampa locale, di ulteriori ritardi nel trasferimento di questi fatidici 50 milioni di euro. Secondo le ultime notizie parrebbe che il governo – ancora in carica per pochi giorni – sia disponibile a stanziare direttamente i 50 milioni, ma occorre fare immediatamente chiarezza e capire che fine faranno i fondi bloccati presso Mps, destinati a finanziare anche la piattaforma Maersk di Vado.

Vorrei anche sottolineare che la realizzazione dell’opera di ribaltamento è legata a doppio filo a un altro tema strategico, messo in forte discussione – da sinistra – durante questa campagna elettorale per le Politiche, cioè al Terzo Valico ferroviario. Infatti, proprio col materiale di risulta dello scavo delle gallerie si andrà a operare il riempimento sul lato mare del sito Fincantieri di Sestri Ponente. Secondo l’assessore Paita gli scavi del tunnel stradale Val Chiaravagna-Erzelli partiranno tra meno di un mese e si porrà immediatamente il problema di dove portare il materiale di risulta. Stiamo correndo il rischio di un assurdo cortocircuito: il ritardo sul ribaltamento a mare potrebbe condizionare anche i lavori del Terzo Valico. A chi si oppone all’infrastruttura strategica che avvicinerà Genova a Milano e darà  respiro al porto – destinato a crescere molto nei prossimi anni in termini di traffici – è bene ricordare che senza Terzo Valico sarebbe messo in discussione anche il futuro occupazionale del cantiere di Sestri Ponente e quindi il posto di oltre 700 lavoratori tra dipendenti Fincantieri e indotto. Il presidente dell’Autorità Portuale Merlo aveva annunciato l’inizio dei lavori di riempimento entro il 2012, nulla ancora si è mosso ed è evidente che l’incertezza circa il potenziamento del cantiere danneggerebbe i lavoratori della nostra città, tanto più nel momento in cui è in discussione la distribuzione dei carichi di lavoro fra i diversi stabilimenti Fincantieri. Finalmente abbiamo a portata di mano due opere che potrebbero cambiare in meglio il futuro di Genova, vediamo di non farci male da soli.

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La sinistra non si mette d’accordo con se stessa, ospedale e hi-tech possono aspettare!

By pellerano_14   /     Gen 17, 2013  /     Genova, Sanità e Sociale  /     0 Comment

Dopo questa mia denuncia dei continui e inconcludenti dietrofront sul “che fare” degli Erzelli, stasera un imbarazzato PD se ne esce con una nota farraginosa, in cui ancora una volta smentisce l’ipotesi di Burlando e Doria sulla nuova collocazione dell’ospedale. Siamo tornati ai vecchi tempi, come quando si facevano i dispetti Vincenzi e Burlando? Certo che una satira sulla sinistra genovese non potrebbe inventare di meglio. In realtà il PD ligure è in stato confusionale e l’unica certezza è che non c’è nessun progetto. I cittadini genovesi, quelli del ponente in particolare, ringraziano.

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Sono rimasto l’unico a chiedere più concorrenza. Intanto a Novembre 2012 Genova è la città più cara d’Italia…

By pellerano_14   /     Dic 18, 2012  /     Economia e sviluppo, Genova  /     0 Comment

In Regione solo io ho votato contro le modifiche al “Testo Unico in materia di commercio”, che non aiuta i genovesi a risparmiare. Intanto molte famiglie stentano ad arrivare a fine mese.

Un obiettivo primario oggi è quello di aiutare le famiglie genovesi ad arrivare a fine mese. Perciò diventa fondamentale anche abbattere il costo della spesa, che in Liguria, e in particolare a Genova, è  troppo alto. Agevolare la concorrenza dovrebbe essere un compito del legislatore regionale, ma l’ultimo provvedimento non va affatto in questa direzione.  Da qui il mio voto contrario, unico tra i consiglieri regionali, al “Testo Unico in materia di commercio”. La nuova programmazione approvata denota una visione dirigista dell’economia, l’avversione all’apertura di nuovi punti vendita di grandi dimensioni (tutelando così un monopolio di fatto..) e la propensione a sovrapporre vincoli regionali e comunali: infatti la Regione rimanda ad un’ulteriore programmazione comunale, con la possibilità di porre altri paletti.

Secondo l’Istat (dato confermato dal bollettino statistico del Comune di Genova) i prezzi sono aumentati del 3,4% in un anno: una variazione addirittura quasi doppia rispetto a quella di Milano, che segna un +1,8%. Una differenza pagata cara dai genovesi. Viste le difficoltà a creare lavoro in un momento di crisi economica, è ancora più evidente che le famiglie vanno tutelate anche aumentando la concorrenza tra grandi centri commerciali dove si va proprio per risparmiare. Genova, per la sua orografia, rende più difficili e costosi gli spostamenti dei cittadini, che quindi non possono permettersi troppi viaggi, per esempio a Serravalle, se il risparmio è reso vano dal costo di benzina e autostrada. Considerando che, secondo l’Istat, una famiglia italiana spende annualmente 5.724 euro per la spesa (Genova è sopra alla media nazionale!), un risparmio anche solo del 5% consentirebbe di avere in tasca circa 300 euro in più a fine anno. E credo che i soldi risparmiati dai genovesi potrebbero anche essere spesi proprio nel commercio al dettaglio, con qualche acquisto in più tra negozi di quartiere e botteghe tradizionali. Una maggiore concorrenza potrebbe quindi essere d’aiuto anche alla filiera della piccola distribuzione.

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