E’ urgente una risposta di Burlando sui tempi di trasferimento dei 50 milioni stanziati dal MPS per il ribaltamento a mare del cantiere di Sestri Ponente. Su questo preannuncio una interrogazione al Presidente. Nel frattempo i lavori del Terzo Valico sono partiti, ma senza ribaltamento non sapremo dove mettere il materiale di scavo. Già a Luglio 2012 avevo segnalato l’importanza di non accumulare ritardi per due opere così strettamente connesse.
Cinquanta dei 70 milioni di euro necessari per la realizzazione del ribaltamento a mare di Fincantieri a Sestri Ponente sono fermi nelle casse di Monte Paschi di Siena, oggi al centro di indagini della magistratura. E’ necessario che il Presidente Burlando e la Giunta chiariscano al più presto se rischiamo ulteriori ritardi per l’inizio dei lavori. La banca ha in custodia 50 milioni “devoluti” da quei porti che non avevano speso nei tempi previsti le somme a loro destinati dal ministero delle Infrastrutture.
Ricordo che si parla della fetta maggiore dei fondi indispensabili a un’opera fondamentale per il futuro industriale di Genova e per assicurare la presenza in città dello stabilimento Fincantieri. Genova aspetta da circa due anni l’arrivo nelle casse dell’Autorità Portuale di questi 50 milioni di euro per il riempimento dello specchio acqueo fra i bacini del cantiere di Sestri Ponente e il Porto Petroli.
La firma definitiva era stata annunciata già per la fine del 2012. E invece ancora niente. L’Autorità Portuale di Genova aspetta ancora l’ok al trasferimento finale dei fondi dal Monte dei Paschi di Siena.
I 50 milioni risultano ancora bloccati nei “forzieri” di Mps. Solo quando sarà completata l’operazione di rinegoziazione degli interessi, l’Authority avrà il via libera per far scattare il bando per il ribaltamento, già pronto e fermo da tempo a palazzo San Giorgio. Ora che Mps è al centro di indagini da parte della magistratura, è plausibile la preoccupazione, riportata in alcuni articoli sulla stampa locale, di ulteriori ritardi nel trasferimento di questi fatidici 50 milioni di euro. Secondo le ultime notizie parrebbe che il governo – ancora in carica per pochi giorni – sia disponibile a stanziare direttamente i 50 milioni, ma occorre fare immediatamente chiarezza e capire che fine faranno i fondi bloccati presso Mps, destinati a finanziare anche la piattaforma Maersk di Vado.
Vorrei anche sottolineare che la realizzazione dell’opera di ribaltamento è legata a doppio filo a un altro tema strategico, messo in forte discussione – da sinistra – durante questa campagna elettorale per le Politiche, cioè al Terzo Valico ferroviario. Infatti, proprio col materiale di risulta dello scavo delle gallerie si andrà a operare il riempimento sul lato mare del sito Fincantieri di Sestri Ponente. Secondo l’assessore Paita gli scavi del tunnel stradale Val Chiaravagna-Erzelli partiranno tra meno di un mese e si porrà immediatamente il problema di dove portare il materiale di risulta. Stiamo correndo il rischio di un assurdo cortocircuito: il ritardo sul ribaltamento a mare potrebbe condizionare anche i lavori del Terzo Valico. A chi si oppone all’infrastruttura strategica che avvicinerà Genova a Milano e darà respiro al porto – destinato a crescere molto nei prossimi anni in termini di traffici – è bene ricordare che senza Terzo Valico sarebbe messo in discussione anche il futuro occupazionale del cantiere di Sestri Ponente e quindi il posto di oltre 700 lavoratori tra dipendenti Fincantieri e indotto. Il presidente dell’Autorità Portuale Merlo aveva annunciato l’inizio dei lavori di riempimento entro il 2012, nulla ancora si è mosso ed è evidente che l’incertezza circa il potenziamento del cantiere danneggerebbe i lavoratori della nostra città, tanto più nel momento in cui è in discussione la distribuzione dei carichi di lavoro fra i diversi stabilimenti Fincantieri. Finalmente abbiamo a portata di mano due opere che potrebbero cambiare in meglio il futuro di Genova, vediamo di non farci male da soli.