Ho presentato un’interrogazione urgente per conoscere il destino della struttura sociosanitaria. Continueremo a sostenere le legittime richieste di un presidio socio-sanitario da parte delle mamme e delle famiglie di uno dei quartieri più popolosi di Genova.
Maggiori saranno i servizi sociosanitari garantiti nel consultorio del Lagaccio e maggiore sarà la prevenzione sul territorio e l’assistenza a un bacino d’utenza di circa 26 mila abitanti che comprende anche il problematico contesto del vicino Centro Storico. Ho chiesto all’assessore alla Salute Montaldo di conoscere quali servizi saranno mantenuti all’interno del consultorio del Lagaccio, al termine dei lavori di ristrutturazione, previsto per fine mese.
La battaglia delle mamme e dei comitati del quartiere a cui ho dato fin da subito il mio pieno appoggio non è stata vana. Ho sempre condiviso la preoccupazione delle tante famiglie del quartiere del Lagaccio, di Oregina, di San Teodoro, e non solo, sul rischio di chiusura o di fortissima riduzione dei servizi sociosanitari, presidio fondamentale nella prevenzione e nell’assistenza specialmente pediatrica.
Ricordo che, prima del ridimensionamento e della chiusura temporanea della struttura circa un anno fa, il consultorio del Lagaccio era molto frequentato da mamme con i propri bambini che in esso hanno sempre trovato risposte efficaci alle proprie esigenze sanitarie grazie al personale molto qualificato e sensibile alle problematiche delle neomamme e dei neonati. Fino a poco tempo fa nella struttura operavano il servizio del disagio e di medicina preventiva, una pediatra, una puericultrice, una neuropsichiatra, due logopediste, due psicologhe; inoltre, si tenevano corsi per l’allattamento, per il massaggio dei neonati, per le coppie, pre-nascita e post-nascita. In tal modo venivano garantiti quei servizi che rispondevano alle esigenze di un quartiere popoloso e contraddistinto anche da delicate criticità sociali. Smantellare del tutto i servizi presenti da anni, azzerare o quasi l’offerta sociosanitaria del consultorio avrebbe comportato la drastica diminuzione e in certi casi negato del tutto la possibilità di prevenire e curare molte patologie legate all’infanzia proprio in un quartiere dove, risiede un gran numero di giovani coppie e di famiglie con figli piccoli. Trasferire questi servizi alla Foce, come previsto inizialmente dalla giunta, significherebbe semplicemente negare risposte sanitarie di qualità a una fascia significativa della popolazione genovese.
L’assessore Montaldo pare abbia compreso le richieste del territorio e ha assicurato il mantenimento di alcune attività correlate all’infanzia, specie nei mesi post-parto per le neo mamme, oltre che l’insediamento nella struttura del servizio dedicato alla neuropsichiatria infantile.
Un buon passo avanti rispetto alle drammatiche prospettive di chiusura del Consultorio, prospettate circa due anni fa. Al termine dei lavori di ristrutturazione della struttura, monitoreremo la reale offerta sociosanitaria garantita ai quartieri.