Ho scritto al Presidente Burlando per chiedere quali azioni abbia intrapreso per sollecitare una revisione della classificazione degli immobili che oggi registra nel capoluogo ligure la più elevata concentrazione d’Italia di abitazioni “signorili”. Iuc e Tasi rischiano di trasformarsi in imposte inique e spropositate per le famiglie proprietarie di immobili considerati di pregio in base a valutazioni di 70 anni fa.
A tre mesi dall’approvazione all’unanimità in consiglio regionale dell’ordine del giorno che impegna la Giunta ad attivarsi presso il Governo affinché venga stilata – nell’ambito della riforma del catasto – una nuova classificazione degli immobili, penso che i cittadini genovesi meritino di conoscere quali azioni sono state intraprese dalla Regione per sollecitare la revisione dei valori degli immobili oggi accatastati come A1, quindi considerati “signorili”, secondo classificazioni che spesso risalgono addirittura al 1939 e non sono più attuali. Dopo aver presentato l’8 di ottobre un ordine del giorno sul tema approvato all’unanimità in modo bipartisan dal consiglio, ho scritto al presidente Burlando. Nella lettera inviata circa due mesi fa e alla quale non è seguita ancora nessuna risposta e ho chiesto aggiornamenti sugli sviluppi conseguenti all’impegno preso dalla giunta. Ho chiesto inoltre, anche a nome dei tanti cittadini che hanno condiviso questa nostra iniziativa, nel caso nulla fosse stato fatto, di dar seguito all’ordine del giorno per far sentire quanto prima la voce della Liguria presso il Governo, affinché venga accelerato l’iter del provvedimento finalizzato alla revisione della classificazione degli immobili cosiddetti di lusso, per evitare ulteriori tassazioni inique per molti cittadini genovesi. Genova risulta infatti la città italiana più penalizzata dalle attuali classificazioni, visto che proprio sotto la Lanterna, secondo l’accatastamento di quasi un secolo fa, risulterebbero quasi 4.400 immobili di tipo signorile, circa il 20% dei circa 24mila presenti in tutto il Paese. Secondo la valutazione in vigore, risultano di categoria A1 numerose abitazioni in zone come Cornigliano, Sampierdarena e Sestri Ponente, il cui valore commerciale in molti casi si è fortemente ridotto nel tempo rispetto ad altre zone della città e del Paese.
Secondo alcune valutazioni di mercato, in alcuni dei quartieri appena citati si arriva oggi, per le vendite degli immobili, a stime di 800 euro a metro quadro: decisamente poco per una casa “signorile”. Pertanto sarebbe auspicabile che l’aggiornamento delle classificazioni cominciasse proprio dal capoluogo ligure soprattutto in previsione dell’entrata in vigore, ormai davvero alle porte, delle nuove imposte introdotte dal governo, in primis Iuc e Tasi. Se non si procede all’aggiornamento per molti genovesi oltre alla beffa di essere considerati “signori” solo dal catasto, si aggiungerà una tassazione spropositata rispetto alle effettive condizioni economiche.
Per dare qualche rassicurazione a tanti liguri che proprio in questi giorni sono alle prese con la mini Imu, dopo il valzer quotidiano delle aliquote delle nuove imposte sulla casa, sarebbe auspicabile che il presidente Burlando chiarisse che cosa la Giunta ha fato dopo l’approvazione all’unanimità del documento che la impegnava a confrontarsi con il Governo per sollecitare la revisione dei valori catastali a Genova. In tanti aspettano una risposta.