Non nascondo la mia soddisfazione, perché il dibattito apertosi sul trasferimento di Ingegneria Navale da Genova, sede della Facoltà da oltre 150 anni, nasce dalla mia interrogazione in Regione e dalla mia decisione di rendere noto alla stampa il memorandum già predisposto tra gli Enti coinvolti. Il mio obiettivo, raggiunto, era proprio quello di una discussione aperta ai punti di vista di ogni soggetto interessato, come in fondo sarebbe normale. E’ così che si sono susseguiti gli interventi delle istituzioni spezzine ma anche dei sindacati e di Confindustria e ultimo ma decisamente gradito, l’intervento del Sindaco Doria che ha espresso un “no” convinto al trasferimento. Non solo: anche l’Università sembra non accettare più ciò che le avrebbero servito su di un piatto d’argento. Trasferire Ingegneria Navale alla Spezia significherebbe indebolire la Facoltà ma anche spezzare un legame costruito lungo decenni tra l’economia del primo porto del Mediterraneo e la formazione in un segmento strategico.
Seguiamo poi attentamente la proposta di Fincantieri che sta valutando investimenti importanti in ricerca e si offre di ospitare i laboratori di Ingegneria Navale nella sua sede di Sestri Ponente. E’ una grande opportunità, utile a chiudere la partita sull’ insediamento di Ingegneria agli Erzelli. Sono convinto che anche la Regione – finora silente sul tema – possa fare molto per la permanenza a Genova del corso di Navale. Sottolineo ancora che se non avessi divulgato i contenuti del memorandum, si sarebbe consumata l’ennesima operazione all’insaputa dei liguri, nelle stanze chiuse della politica, per sfociare poi magari in anni di sterili discussioni, con ritardi costosissimi sul piano dello sviluppo della nostra regione. Lo dico perché è già successo: Gronda, Erzelli, Ospedale del Ponente…
Confido che il dibattito imprevisto faccia comprendere ad una certa parte della politica che si deve coinvolgere tutta la rappresentanza su scelte che riguardano il futuro della nostra regione. Si può lavorare insieme per obiettivi comuni e di buon senso, cooperando oltre i campanilismi.
Anche dal sindacato una posizione decisa