La riforma statutaria della Regione consentirà la formazione di una giunta composta per intero da assessori esterni, ben sette, non eletti dai cittadini. Non è questo che si aspettano i liguri, ma contenimento dei costi e legittimazione popolare di chi li governa. Gli assessori esterni sono comodi strumenti a disposizione del Pd per fare promesse su future poltrone.
E’ una forzatura questa imposta all’ultimo minuto dalla maggioranza Burlando/Paita, una forzatura grave perché va a modificare unilateralmente le regole del gioco. La sinistra col Pd in testa ha impartito lezioni sulla necessità di condividere le riforme di sistema ma quando si tratta di passare dalle parole ai fatti la coerenza viene meno. Questa è la politica più bassa, più brutta e da retrobottega che i cittadini non vogliono più. Non solo: si sottintende che tra i consiglieri non ci saranno competenze e professionalità tali da poter assolvere al proprio mandato all’interno di una giunta. Inoltre viene meno il contenimento dei costi. Due anni fa, per la spending review, abbiamo votato la riduzione dei consiglieri dai 40 attuali a 30: lasciare aperta la possibilità di nomina di 7 assessori esterni equivarrebbe, a conti fatti, a un parziale raggiro della volontà di contenimento delle spese. La decisione si aggiunge all’attuale legge elettorale che contempla anche un listino senza preferenze, dove quindi i cittadini non hanno alcun diritto di scelta.
Di seguito, la mia reazione nelle cronache di oggi.