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Province: eliminare i doppioni ma salvare le professionalità.

By pellerano_14   /     Nov 15, 2012  /     Genova  /  

In Regione abbiamo approvato l’accorpamento tra le province di Savona e Imperia. La Spezia diventa la provincia più piccola d’Italia.

Con l’approvazione del decreto legge di riforma delle Province è stata definita la nuova mappa provinciale italiana: dal 1 gennaio 2013 si scenderà dalle attuali 86 a 51, comprese 10 aree metropolitane. Per quanto riguarda la Regione Liguria, è stato confermato il riordino così come previsto dal decreto legge: accorpamento delle Province di Imperia e Savona a Ponente, l’attuale provincia di Genova che diventa città metropolitana e la provincia di Spezia a Levante.

A nulla sono serviti i tavoli, le riunioni, gli sforzi politici e le istanze manifestate dei cittadini per cambiare i confini e la nostra Regione si trova ora divisa  in tre Province che disegnano una mappa fortemente squilibrata sia dal punto di vista geografico, sia dal punto di vista dell’offerta dei servizi territoriali. Ma la Regione Liguria si è ormai pronunciata recependo in toto il decreto legge 95/2012 ed è quindi inutile ritornare sull’argomento.

Ritengo invece doveroso riprendere alcuni punti che ho affrontato in un’interrogazione depositata a luglio e che sono tornati di attualità proprio in questi giorni. Mi riferisco all’allarme lanciato dai presidente dell’Upi (Unione delle Province Italiane) in riferimento alla  mancanza di fondi per far fronte ai problemi legati alla pulizia e alla manutenzione delle strade e, soprattutto, alle gestione delle scuole che rischiano, adesso che andiamo incontro alla brutta stagione, la chiusura del riscaldamento. Sono argomenti che avevo sollevato da tempo e che, purtroppo, solo questa mattina sono stati affrontati in Consiglio regionale. Sempre con la stessa interrogazione avevo sollevato altre due importante questioni: quella relativa alla distribuzione e all’assorbimento delle deleghe finora conferite alla Province e quella relativa alla ricollocazione in altri enti del personale fino a oggi in carico alle Province.

È inutile negare che si tratti di un argomento molto delicato: il trasferimento dei dipendenti da un ente all’altro e il loro ricollocamento comporta una nuova riorganizzazione delle risorse umane che deve, prima di tutto, garantire un inserimento nella nuova realtà aziendale con una posizione congrua a quella ricoperta nell’ente di provenienza. Senza contare che la nuova collocazione non deve assolutamente andare a compromettere il percorso della carriera lavorativa già effettuato.

Ho apprezzato a tal proposito la posizione dell’assessore Paita, che, condividendo tutti i miei timori e preoccupazione, ha suggerito di portare in commissione l’argomento, per trovare una proposta che tuteli  il personale e che, nel contempo, definisca una distribuzione delle funzioni e delle competenze in modo ottimale e rispondente a criteri di efficienza e di risparmio di cassa, evitando cioè di creare inutili e costosi doppioni.

Purtroppo il quadro normativo nazionale in materia di riparto delle competenze e di riorganizzazione del personale è confuso e in continua evoluzione; ma proprio per questo noi, come Regione, dobbiamo aprire già da adesso un confronto in commissione con l’obiettivo di predisporre un documento che risponda alle esigenze della realtà ligure. Se poi le direttive nazionali, quando arriveranno, discorderanno dalle nostre, allora vedremo di trovare un punto di incontro. Ma intanto è bene avere un quadro di riferimento locale da cui prendere le mosse, anche se viene da chiedersi se non sia più semplice eliminare in toto le Province e ridistribuire le competenze tra Comuni e Regioni (ovviamente con uffici decentrati).

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