La Provincia di Genova ha deciso, senza il minimo confronto, la chiusura delle scuole superiori al sabato, per risparmiare sui costi energetici. Disagi per studenti e famiglie sono in arrivo. Innanzitutto allungare al pomeriggio gli orari di lezione è una modalità sconsigliata dalle teorie pedagogiche e dall’esperienza di qualsiasi insegnante. E si toglie ai giovani il tempo per impegnarsi in attività formative, ricreative o sportive fondamentali nella formazione di un adolescente e sono anche un investimento e un risparmio in salute, pensiamo solo ad una persona che cresce facendo sport: è una prevenzione attiva di malattie. Chiedo perciò alla Regione di trovare i soldi che garantiscano l’apertura scolastica del sabato.
Sotto la rassegna stampa, il comunicato integrale relativo.
COMUNICATO STAMPA
Chiusura istituti scolastici di sabato, Pellerano: «Un emendamento al bilancio regionale per evitare il “pacco” della settimana corta, in arrivo a Genova».
Il consigliere regionale della Lista Biasotti contrario alla “settimana corta”, imposta da esigenze di cassa, negli 88 edifici scolastici della Provincia di Genova. “Decisione imposta senza confrontarsi con il mondo delle scuola. Ora gravi disagi per le famiglie e per gli studenti che praticano sport, attività educative e volontariato nel pomeriggio. Presenterò un emendamento per trovare nel bilancio regionale il milione di euro necessario per pagare le bollette delle scuole”.
«Altro che “patto per la scuola” del governo, a Genova rischiamo di ricevere “il pacco per la scuola” della Provincia di Genova, da decenni guidata dalle sinistre» dice Lorenzo Pellerano, consigliere regionale della Lista Biasotti, che esprime “forte preoccupazione per le ripercussioni che avrà la decisione di tenere nell’anno scolastico alle porte 88 edifici scolastici chiusi al sabato, a causa delle difficoltà di cassa della Provincia”. «Per recuperare 1 milione di euro a bilancio – spiega Pellerano – si è deciso di attuare risparmi, veri o presunti, sulle bollette delle utenze energetiche tenendo chiuse le scuole 34 sabati nell’anno. Oltre a condividere il disappunto e le legittime preoccupazioni dei dirigenti scolastici che si sono trovati a rivedere in fretta e furia la programmazione dell’anno scolastico, sono molto preoccupato per i gravi disagi che si troveranno a subire gli studenti e le famiglie. Penso, ad esempio, a tutti quei ragazzi che praticano uno sport nelle ore pomeridiane, frequentano attività formative ed educative come teatro, musica, associazionismo, ma anche ai tanti giovanissimi genovesi impegnati nel volontariato. Con la chiusura delle scuole di sabato e il conseguente prolungamento pomeridiano dell’orario scolastico infrasettimanale, saranno limitate, se non azzerate, le opportunità di svolgere qualsiasi attività nel “dopo scuola”.
Soprattutto nei licei per i ragazzi si annuncia un anno molto difficile: giornate di scuola più lunghe (e quindi più faticose), più materie da preparare per il giorno successivo, meno tempo libero a disposizione. Un fatto gravissimo, a mio parere, perché la vita extra scolastica dei ragazzi e delle ragazze sarà decisamente ridotta e probabilmente in molti sceglieranno di rinunciare ad attività sportive e formative, attività fondamentali per la salute e la crescita della Persona. Non solo: pensiamo alle difficoltà a cui vanno incontro le famiglie con genitori che lavorano il sabato. Senza dimenticare il mondo della scuola che in molti casi, dai dirigenti ai professori, ha manifestato il disappunto per la decisione imposta dalla Provincia senza confronto: la “settimana corta” è un’opzione che non sempre risponde alle esigenze dell’insegnamento e dell’apprendimento e spesso richiede strutture e mezzi che nelle scuole italiane mancano.
Sono consapevole delle difficoltà di cassa in cui si trova la Provincia in questa delicata fase di passaggio, ancora incompiuto, alla nuova Città metropolitana, ma penso anche che tagliare nella scuola con misure che peggiorano e limitano, sotto il profilo istruttivo ed educativo, il percorso degli studenti sia una scelta miope da evitare a tutti i costi. E non è giusto che a pagare il conto degli errori di generazioni di politici non all’altezza – per quanto riguarda la Provincia di Genova tutti di sinistra – siano i ragazzi di oggi, che non hanno alcuna responsabilità nella mala gestione.
Chiedo pertanto uno sforzo all’assessore regionale Rossetti, che cumula le deleghe al Bilancio e alla Formazione: nelle pieghe del bilancio della Liguria – che si misura in miliardi – è possibile reperire quel milione di euro che consentirebbe alla Provincia di Genova di pagare le bollette energetiche del sabato negli 88 edifici scolastici che ospitano le superiori senza condizionare fortemente la formazione, scolastica ed extra-scolastica, di circa 35 mila studenti genovesi e senza complicare la vita di tante famiglie. Sono certo che i soldi possano essere trovati, basta volerlo. A tal fine presenterò un emendamento in sede di assestamento di bilancio, mi pare di buon senso e spero che sarà condiviso anche dalla maggioranza».